Arianna Meloni: “Non potevo rimanere dietro le quinte, sono da sempre un soldato”

Parla Arianna Meloni, dopo anni di militanza silenziosa. Anche lei era partita dalla sezione della Garbatella di via Gendalina Borghese, più volte colpita dall’estrema sinistra che oggi latra contri i libri non politicamente corretti. “In Fratelli d’Italia non esistono gruppi o correnti definite, si è creato un caso sul nulla, per dichiarazioni di singoli parlamentari. Se uno con la storia di Rampelli volesse chiedere un congresso, lo farebbe in prima persona: non è accaduto. Anche perché non si è capito a che servirebbe oggi un congresso: c’è una leader indiscussa, la linea politica è condivisa, lo spazio per lavorare c’è in tantissimi ruoli e organismi”. Così, al Corriere della Sera, Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia da poco nominata responsabile adesioni e segreteria politica di Fdi.
Un congresso oggi non avrebbe davvero senso
Arianna Meloni commenta così la richiesta di un congresso avanzata da alcuni esponenti dell’area dei “Gabbiani” che fa riferimento al vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. Tornando alla sua nomina, dice: “Non era più possibile rimanere dietro le quinte. Sia perché è bene che per certi ruoli ci siano persone che conoscono la politica e sanno fare quello che è richiesto, e io credo di esserne in grado, sia perché è più onesto e serio avere un ruolo ufficiale – il che significa metterci la faccia e assumersi in pubblico responsabilità – che restare nell’ombra”, afferma ancora.

Non stiamo giocando, qui si lavora per l’Italia
A chi le chiede come mai abbia deciso, dopo una lunga militanza silenziosa, di ricoprire un ruolo di primo piano, Arianna Meloni risponde: “In questo ultimo anno sono cambiate talmente tante cose, ci siamo assunti responsabilità enormi, tanti di noi sono impegnati in ruoli di vertice, di tutte le cosiddette aree interne della destra. Oggi c’è la fila di persone che si propone, chiede incarichi, con fin troppo entusiasmo… Ma sono in grado? Non stiamo giocando, qui si lavora per l’Italia”. E aggiunge: “Tutte le nostre figure politiche più esperte credo che debbano necessariamente mettersi a regime, ponendo al primo posto la necessità di lavorare per un bene maggiore sacrificando se occorre un bene minore”. Poi, a proposito di una sua eventuale disponibilità a candidarsi alle europee del 2024: “Preferirei di no. Ma sono un soldato”.