Fermato in Tunisia il comandante dei carabinieri che indagò sul “suicidio” di David Rossi

Il colonnello Pasquale Aglieco, ex comandante provinciale dei Carabinieri di Siena, è stato fermato dalle autorità tunisine per un presunto falso in un atto. Secondo quanto si apprende Aglieco, indagato dalla procura di Genova per false dichiarazioni al pm nell’inchiesta sulla morte di David Rossi (Mps) e trasferitosi da qualche tempo ad Hammamet, è stato fermato dalla polizia tunisina per la presunta falsificazione di un atto in relazione alla pratica di immatricolazione di un’auto.

L’ex moglie del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, scrisse alle Iene chiedendo di indagare sui festini in cui l’ex manager di Mps sarebbe stato coinvolto in prima persona: «Indagate sul compagno con cui andava in villa. Siena è piena di misteri, di uomini che amano uomini e di donne che fanno finta di essere mogli».

Pasquale Aglieco indagato per falso ideologico

L’ex comandante provinciale dei carabinieri, che nel frattempo si è trasferito in Tunisia, è sotto indagine per falso ideologico aggravato. Il colonnello era stato il principale accusatore dei magistrati di fronte alla commissione parlamentare che indagava proprio sul decesso del manager. L’ufficiale è indagato per false dichiarazioni ai pm. Aglieco nel corso dell’audizione davanti all’organismo presieduto da Pierantonio Zanettin, aveva raccontato una versione nuova rispetto a quella resa 8 anni prima, nel corso delle indagini della Procura di Siena sulla vicenda. Parole che avevano portato i procuratori di Genova, competenti per i colleghi toscani, ad aprire un fascicolo a fine 2021 e poi a indagare i pm senesi. La versione fornita da Aglieco, e incentrata sul sopralluogo nell’ufficio di Rossi la sera del 6 marzo 2013, era stata in parte smentita dalla maxi-perizia dei reparti speciali dei carabinieri, voluta dalla commissione d’inchiesta. «Cercheremo di capire cosa significa questa nuova inchiesta, perché non può stare insieme con quella sui magistrati. Sono antitetiche», ha dichiarato Enrico De Martino, che insieme ad Andrea Vernazza difende gli interessi di Natalini e Marini. I due avvocati, a seguito degli interrogatori dei loro assistiti, svolti a Genova una decina di giorni fa, avevano formulato immediata richiesta di archiviazione.