Arrestato per rapina il nipote di Kim Rossi Stuart. La difesa: “Ha una sindrome bipolare”

Kim Rossi Stuart, nipote

“La notizia riportata riguardante mio figlio, non fa cenno allo stato di salute psichica di Giacomo, che era in cura presso la struttura che non lo ha dimesso, perché ancora nel pieno del percorso di recupero, lontano dall’essersi concluso. Infatti, subito dopo l’arresto, in evidente stato psicotico, ha compiuto gravissimi atti di autolesionismo’’. Lo dice Loretta Rossi Stuart, la mamma di Giacomo Seydou Sy, il nipote dell’attore Kim Rossi Stuart affetto da bipolarismo e arrestato nei giorni scorsi per tentata rapina.

Il 18 luglio scorso, il 28enne figlio della sorella di Kim, l’attrice Loretta Rossi Stuart, avrebbe prima tentato di rapinare un passeggero e poi si sarebbe scagliato contro i Carabinieri che erano riusciti a bloccarlo grazie all’uso del taser. I militari erano intervenuti in via Prenestina, su segnalazione di un passeggero del tram 14, il quale aveva riferito ai militari di aver subìto un’aggressione a scopo di rapina del proprio marsupio a bordo del mezzo e che, respinto l’assalto e sceso dal tram, il presunto responsabile lo stava ancora seguendo lungo la strada. All’arrivo dei Carabinieri, il sospettato si è scagliato improvvisamente anche contro di loro con estrema violenza, al punto che uno dei militari ha dovuto fare ricorso al Taser in dotazione per avere la meglio sull’uomo. L’arresto del 28enne è stato convalidato e, in attesa di giudizio, è stata disposta la sua custodia nel carcere di Regina Coeli.

Il nipote di Kim Rossi Stuart era stato arrestato nel 2018 e risarcito con 36mila euro

Non è la prima volta che il nipote di Kim Rossi Stuart ha avuto guai con la legge, e in passato ha ottenuto anche un risarcimento dallo Stato. Nel 2018 era stato arrestato per furto e resistenza alle forze dell’ordine ed era stato detenuto in via preventiva nel carcere di Rebibbia. Lì era stato sottoposto a diverse valutazioni di natura psichiatrica, che ne avevano confermato la pericolosità sociale ma anche disturbi della personalità e bipolarismo. Quadri incompatibili con il carcere. Il Tribunale aveva infatti disposto per lui la detenzione in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). A causa di mancanza di posti nelle strutture adeguate, per lui erano scattati i domiciliari, che non aveva rispettato. Era stato perciò riportato a Rebibbia, per scontare una pena di due anni. Al termine dei quali si era rivolto alla Corte europea dei Diritti dell’uomo, che aveva condannato l’Italia a risarcirlo per danni morali con 36.400 euro.