Arresti per i disordini di Torino: c’è anche il vecchio anarchico romano Valitutti (video)

Valitutti

C’è anche il nome di Pasquale Valitutti tra le persone raggiunte questa mattina da misure cautelari dell’ambito dell’operazione City, condotta dalla Digos della questura di Torino e coordinata dalla procura del capoluogo piemontese a seguito dei disordini del 4 marzo 2023 durante il corteo in solidarietà ad Alfredo Cospito. La polizia ha eseguito 18 misure cautelari e un’altra, quella di Valitutti, è stata effettuata dai carabinieri.

Sono dunque 19 le misure cautelari sul totale di 75 denunciati. Noto come Lello, 77 anni, considerato figura storica dell’anarchismo italiano, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri del Ros a Roma. Valitutti è accusato di concorso in devastazione, resistenza a pubblico ufficiale e istigazione a delinquere in relazione alle interviste rilasciate nel periodo precedente al corteo. Valitutti era amico di Giuseppe Pinelli e nella vicenda della morte dell’anarchico ferroviere, dopo la strage di piazza Fontana del 1969, fu un testimone dell’inchiesta.

Secondo gli investigatori durante i disordini scoppiati al corteo del 4 marzo 2023 a Torino, in solidarietà di Alfredo Cospito “è stata evidenziata un’organizzazione militare dell’area insurrezionalista, con una precisa ripartizione dei ruoli, con una copertura di un nucleo centrale che si rendeva responsabile delle azioni violente e poi con una copertura circolare che gli garantiva l’impunità”. Lo afferma il dirigente Carlo Ambra, che guida la Digos della Questura di Torino, sull’operazione ‘City’, che ha portato alla denuncia di 75 militanti anarco-insurrezionalista e all’esecuzione a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo di 19 misure cautelari nei confronti di altrettanti militanti per i reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. 

Per quanto riguarda nello specifico il reato di violenza aggravata a pubblico ufficiale è stato evidenziato nell’ordinanza cautelare come “l’assetto paramilitare del corteo” e le “barricate create ad arte” con “cassonetti incendiati, reti metalliche, scudi rinforzati e arredi urbani” abbiano di fatto “impedito l’intervento della forza pubblica”, in considerazione anche del “rischio elevato di conseguenze per l’incolumità delle persone sia in ragione della conformazione dei luoghi, sia tenuto conto della significativa presenza, il sabato pomeriggio, di numerosi cittadini”.