Arresto Enrico Tiero, le intercettazioni: «Fratè, tra un po’ passo. Fatemi lavorà come dico io, sennò non funziona»

Per lui, chi doveva assumere qualcuno che gli era caro diventava “fratè”. E con quel tono confidenziale lo chiamava al telefono, per chiedergli colloqui e posti di lavoro, come si legge nelle trascrizioni delle intercettazioni che hanno portato all’arresto del consigliere regionale Enrico Tiero. In quelle 118 pagine che richiedono gli arresti domiciliari per “mister preferenze” di Fratelli d’Italia si leggono frammenti delle conversazioni che avvenivano tra Tiero e alcuni imprenditori che, in vista di favori, si sarebbero assoggettati ad assumere persone anche se, al colloquio, avevano fatto una pessima impressione, presentandosi con i capelli sporchi e con le mani devastate.
Il sospetto che la politica locale possa trasformarsi in una centrale degli interessi privati è scritto nero su bianco nell’ordinanza che ha travolto il consigliere regionale Enrico Tiero. Lì dentro c’è un quadro che gli investigatori definiscono sistemico, con scambi ripetuti di favori, soldi in contanti, nomine e persino la gestione operativa delle tessere di partito. E non si tratterebbe di un episodio isolato, ma di una prassi che, secondo la Procura, si sarebbe ripetuta con logiche e ruoli consolidati.

La figlia assunta all’Icot
Tra gli episodi più gravi ricostruiti nell’ordinanza firmata dal gip di Roma emerge quello che, forse più di ogni altro, racconta il vero volto del sistema. Le intercettazioni delle telefonate tra Enrico Tiero e la figlia, riportate nell’ordinanza, rivelerebbero la soddisfazione del politico per la trasformazione del contratto della ragazza a tempo indeterminato presso l’Icot di Latina, storica struttura sanitaria privata convenzionata con la Regione. Un’assunzione che, come sottolineano gli inquirenti, “non trova riscontro in alcuna procedura concorsuale o in altre stabilizzazioni avvenute nello stesso periodo”. In pratica, nessun altro era stato assunto in quelle settimane. Eppure, la figlia del consigliere ottiene la stabilizzazione, malgrado le numerose assenze e ritardi che la donna aveva accumulato nel tempo. E che, per qualsiasi altro dipendente, avrebbero significato il licenziamento e non la stabilizzazione. Con il rinnovo del contratto la ragazza, come auspicato dal padre, può accendere il mutuo per la casa. Mentre per la ragazza l’assunzione è un sogno che si realizza, visto che commenta in questo modo: «Magari, così non faccio più niente».
A incastrare il consigliere sono le successive conversazioni intercettate tra Tiero e una figura apicale dell’Icot, una voce nota negli ambienti sanitari di Latina. In quei dialoghi, riportati nell’ordinanza, emergerebbe un doppio livello di rapporto: il tono confidenziale e la promessa implicita.
«Fatemi lavorà come dico io, sennò non funziona. Non possiamo andare ufficialmente a perorà un privato a discapito de altri, diventa un casino, oh! Allora: dobbiamo cercare di arrivare a dama e io mo’ sto a cercà di capire come», dice Tiero a un certo punto. Per l’interlocutore Tiero è “il deus ex machina della Sanità della nostra provincia”. E anzi, dovrebbe diventare anche “il punto di riferimento dell’Università Sapienza Polo Pontino”.
Il sistema delle relazioni e la “rete Tiero”
Ma l’assunzione all’Icot è solo la punta dell’iceberg. L’ordinanza mette in luce una rete stabile di contatti, in cui Tiero appare come “snodo operativo” tra imprese, sanità e politica locale. Ci sono gli imprenditori in cerca di appalti, i referenti di cooperative sanitarie, i dirigenti in attesa di rinnovi contrattuali. Tutti si sarebbero rivolti a lui. A completare il quadro, l’ordinanza riporta passaggi molto duri e concreti, come questo: «Voleva seimila euro, li voleva tutti». È questo, scrive il Gip, uno dei passaggi più significativi: la richiesta e il successivo incasso di una mazzetta da 6.000 euro che, secondo gli inquirenti, Tiero avrebbe ricevuto dal manager di una società pontina e canalizzata attraverso un ristoratore del lungomare di Latina. La cena aziendale, secondo i finanzieri, era una fattura per operazione inesistente. La copertura perfetta per occultare il denaro dato come contropartita per agevolare una gara dell’Asl di Rieti.
Le chat e le intercettazioni metterebbero in evidenza lo scambio. Il passaggio della somma sarebbe avvenuto tramite un locale del lungomare di Latina, usato come copertura per la consegna del denaro. Quando il ristoratore avverte Tiero che il bonifico è stato eseguito, il consigliere risponde via messaggio: «Fratè, tra un po’ passo». In un altro scambio, sempre registrato dagli inquirenti, il ristoratore dice: «Vieni dove stavo l’altra sera, ti fermi là e ti do». Il tutto mentre il suo cellulare, tracciato via Gps, lo localizzerebbe nella stessa area.
Le indagini: trojan, Gps e la camera “scoperta”
Gli inquirenti non hanno lasciato nulla al caso. L’attività di indagine ha sfruttato intercettazioni telefoniche, tracce Gps e l’uso di strumenti tecnici, compreso un trojan sul telefono di Tiero, per documentare contatti, spostamenti e scambi. In un passaggio dell’ordinanza emerge anche la scena dello studio. Il 30 gennaio 2024, mentre gli investigatori sono nel pieno delle attività, Tiero avrebbe ricevuto un messaggio che lo avverte della presenza di una telecamera installata dagli inquirenti. La sua reazione è plateale. Avrebbe capovolto un telefono fisso, controllato il quadro elettrico e iniziato a distruggere fogli e post-it sul tavolo, gettandoli via. Il giudice annota il rischio di inquinamento probatorio derivante da quella fuga di notizie e la distruzione di documenti considerati pericolosi per l’indagine. Ma chi ha avvisato Tiero dell’installazione?
Un modello che si ripete: tessere, assunzioni e pressioni
L’ordinanza non si limita all’episodio dei 6.000 euro o all’assunzione della figlia. Gli atti tracciano un sistema più largo di interazioni tra politica, sanità privata e interessi economici. Nell’ordinanza ci sono promesse di assunzioni in cambio di interventi su gare, accelerazioni burocratiche finalizzate all’apertura di cliniche o all’assegnazione di convenzioni per posti letto, tessere di partito raccolte come contropartita politica. I magistrati descrivono una «pervicacia» nell’agire del consigliere e una «fitta rete di rapporti» che rende concreto il rischio di reiterazione dei reati.
Il Gip rileva che, su cinque capi contestati, quattro reggerebbero l’impianto probatorio. Per uno dei profili contestati, relativo ad altre ipotesi di corruzione, le esigenze cautelari non vengono ritenute sussistenti. Ma il giudice sottolinea soprattutto il pericolo che il comportamento possa proseguire, vista la modalità consolidata degli interventi.
La politica e gli interessi locali
La portata politica è evidente. Un consigliere regionale con ruolo e ruoli di peso che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe usato la sua rete per scambiarsi favori, posti di lavoro e consenso. Il Gip parla esplicitamente di una «attività politica piegata agli interessi privati», un’accusa che non colpisce soltanto il singolo ma mina la fiducia nei meccanismi decisionali, soprattutto quando si tratta di risorse pubbliche destinate alla salute dei cittadini. La misura cautelare, arresti domiciliari e divieto di comunicazione via mezzi telefonici e telematici, è stata motivata anche con il concreto rischio di reiterazione. Il giudice ha ritenuto che la rete di relazioni e la disponibilità a intervenire rendessero possibile il proseguo di condotte analoghe.
Le ombre e il silenzio del partito
Dal giorno dell’arresto, il partito di Tiero non ha rilasciato nessuna comunicazione. Nessuna conferenza stampa, nessuna difesa ufficiale, se non le parole del suo avvocato, sicuro che tutto si sarebbe chiarito presto. «Il mio assistito è sereno, confida di poter dimostrare la propria innocenza». Ma la politica, intanto, trema. Perché l’inchiesta non racconta soltanto un caso personale. Fotografa un metodo, una cultura della fedeltà scambiata per competenza, del favore usato come leva di consenso. Un sistema dove la tessera di partito diventa moneta, il posto di lavoro un premio, e la funzione pubblica una corsia preferenziale per gli amici. Alla faccia di chi studia e prova a mandare curriculum, fare concorsi e sostenere colloqui.