Asl Roma 5, inaugurata la risonanza magnetica, ma dopo più di un mese il servizio non c’è, come tanti esami diagnostici. Ma si vanta “l’eccellenza” della sanità regionale…

A poche settimane dall’inaugurazione, l’apparato per la risonanza magnetica nell’ospedale di Colleferro si trova in uno stato di stallo, incapace di offrire prestazioni concrete a causa della mancanza di personale formato. La promessa di una tecnologia d’avanguardia si trasforma rapidamente in un’arma a doppio taglio, dove le spese e i costi sostenuti dalla Regione non si traducono in un servizio efficace per i cittadini. Questa situazione è stata riscontrata anche in altri contesti, come al Grassi di Ostia, confermando un modello di gestione che sembra più orientato alla propaganda che al benessere dei cittadini.

Tanti numeri, ma i servizi?
All’ospedale di Colleferro la situazione rappresentata dalla risonanza magnetica è solo la punta dell’iceberg. Al Parodi Delfino, infatti, reparti storici come l’urologia hanno prestazioni ridotte e gli esami diagnostici fondamentali per la prevenzione oncologica sono sospesi per “problemi tecnici”. Ma intanto la Giunta Rocca diffonde dati che sembrano da manuale di eccellenza, mentre la realtà sul campo vede liste d’attesa in crescita e pazienti costretti a spostarsi in altre strutture ospedaliere, spesso molto lontane, o, peggio, ad affidarsi al settore privato.
Emanuela Droghei: “Basta propaganda”
Le parole della consigliera regionale Emanuela Droghei del PD hanno fatto da campanello d’allarme: “Ancora una volta il Presidente Rocca inaugura in pompa magna, ma poi si dimentica di garantire i servizi ai cittadini. La Risonanza Magnetica dell’Ospedale di Colleferro, inaugurata un mese fa, è ancora inutilizzabile per mancanza di personale formato. Un fatto grave, già accaduto anche al Grassi di Ostia”. Con questa dichiarazione, Droghei mette in luce come il sistema sanitario si stia trasformando in un esercizio di facciata, dove le cerimonie pubbliche sostituiscono il reale impegno per la salute della popolazione.
“Reparti storici come l’Urologia azzerano prestazioni fondamentali, mentre esami diagnostici essenziali per la prevenzione oncologica vengono sospesi per ‘problemi tecnici’ mai chiariti. Intanto, i cittadini sono costretti a spostarsi in altri ospedali o a rivolgersi al privato con costi insostenibili”, prosegue Droghei. “Le liste d’attesa si allungano e la soluzione della giunta Rocca è spedire i pazienti in tutta la Regione per un esame, anziché garantire cure efficienti e accessibili vicino casa. Basta propaganda, servono risposte concrete. La Regione e la ASL RM5 di intervenire subito per attivare la Risonanza Magnetica e ripristinare i servizi sospesi. La sanità pubblica non può essere solo uno strumento di propaganda, ma deve funzionare davvero per tutti”.
Quali prospettive?
In un contesto dove la sanità pubblica dovrebbe rappresentare un baluardo per ogni cittadino, purtroppo ci si trova ad assistere a un modello di gestione che troppo spesso privilegia l’immagine e le statistiche retoriche rispetto a una reale assistenza. Si preferiscono gli spot pubblicitari e i tagli dei nastri, ignorando le criticità che affliggono quotidianamente le strutture sanitarie.
La realtà è chiara: l’assenza di personale qualificato e il continuo sospendere servizi diagnostici vitali dimostrano una gestione inefficiente e una priorità data a numeri che per i pazienti non hanno significato, piuttosto che a soluzioni concrete. I cittadini meritano di essere trattati con trasparenza e responsabilità, e non con promesse vane che non si traducono in azioni concrete. La sanità non può rimanere un lusso per pochi, ma deve essere un diritto garantito a tutti, attraverso investimenti mirati e una gestione che metta al primo posto il benessere della popolazione.