Assassinio Mollicone, il pm: “Condannare a 30 anni il carabiniere Mottola, 24 al figlio e 21 alla moglie”

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Trenta anni per l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, 24 anni per il figlio Marco e 21 per la moglie Annamaria. Sono le richieste di condanna della pm Beatrice Siravo nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, in corso davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino. La pm ha chiesto poi 15 anni per il luogotenente dei carabinieri Vincenzo Quatrale e quattro anni per l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano. Quanto al carabiniere ”Santino Tuzi, si è suicidato perché lasciato solo da tutti quelli che sapevano la verità” ma anche perché ”sapeva”. Lo ha detto sempre  la pm Siravo, parlando del brigadiere dei carabinieri morto suicida nel 2008. La requisitoria del pm, iniziata venerdì scorso, è ripresa questa mattina davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino.

Il carabiniere Tuzi aveva visto Serena entrare in caserma

Nel processo, giunto alle battute finali, sono imputati per omicidio e occultamento di cadavere il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco. Il maresciallo Vincenzo Quatrale è accusato di concorso esterno in omicidio e istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Infine l’appuntato Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento. ”Perché si è suicidato Santino Tuzi?”, si è chiesta la pm. ”Se Santino non si fosse suicidato, visto che nessuno confermava le sue dichiarazioni, sarebbe andato a giudizio per l’omicidio come è accaduto a Carmine Belli”, ha sostenuto. ”Vorrei riabilitare l’immagine di Santino – ha concluso -. E’ stato l’unico che ha rotto il muro del silenzio e ha pagato con la vita le sue dichiarazioni”. Da notare che famiglie di Tuzi non ha mai creduto alla tesi del suicidio.

Serena poteva essere salvata ma è stata finita

”Serena ha avuto un colpo alla testa ed è sopravvissuta, aveva riportato un trauma importante ma non letale. Si sarebbe potuta salvare ma è stata soffocata con un nastro adesivo che le ha avvolto la bocca ed è stata finita”. E’ quanto ha sostenuto in aula, davanti alla Corte d’Assise di Cassino, la pm Beatrice Siravo, citando la superperizia di Cristina Cattaneo, medico legale che dirige il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano. La superperizia della Cattaneo è stata decisiva per la riapertura delle indagini e il successivo processo. Serena, secondo quanto ricostruito dalla pm, avrebbe ricevuto il colpo alla testa intorno alle 11.30 e sarebbe morta dopo 5 ore di agonia.

Il pm: il delitto accomuna tutta la famiglia Mottola

”Il delitto di omicidio accomuna tutti i componenti della famiglia Mottola”. Lo ha sostenuto la pm Carmen Fusco nel corso della requisitoria del processo per l’omicidio di Serena Mollicone, parlando del brigadiere dei carabinieri morto suicida nel 2008. ”Serena se immediatamente soccorsa si sarebbe salvata ma muore per effetto di una condotta attiva. Perché i Mottola tutti presenti e tutti concordi sul da farsi, davanti a una ragazza svenuta ma viva, le ostruiscono le vie aree e le chiudono il capo con un sacchetto di plastica e con il nastro adesivo”, ha detto.

Il padre Guglielmo non ha potuto vedere i colpevoli pagare

Il padre ‘’Guglielmo Mollicone ha lottato per tutta la vita per trovare i colpevoli e questa è stata la sua ragione di vita che poi è diventata il motivo della sua morte. Non è riuscito a vedere in vita la punizione dei colpevoli e questo stress ha influito sul decorso della sua vita’’. Lo ha detto l’avvocato Dario De Santis, legale di Antonio e di Guglielmo Mollicone, zio e padre di Serena, nel corso della discussione delle parti civili al processo, davanti al Tribunale di Cassino, nel corso del processo per l’omicidio. ”La requisitoria – ha detto De Santis – è stata talmente vasta, puntuale quasi enciclopedica, almeno per quanto attiene alle materie e agli argomenti che può offrire un processo, che esonera. E finanche mi preclude di ripetere una trattazione così estesa, così ampia”.

La difesa dei Mottola: confuteremo punto per punto le tesi della requisitoria

“L’omicidio non è avvenuto in caserma, gli imputati sono assolutamente innocenti”. Lo ha detto l’avvocato Mauro Marsella, che fa parte del pool della difesa della famiglia Mottola, al termine della requisitoria delle pm nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone. “Cercheremo di confutare punto per punto tutti gli indizi che le pm hanno esposto, che sono frutto di una ipotesi accusatoria che non è stata riscontrata dagli incartamenti del processo”, ha aggiunto.