Assistenti scolastici, da tre mesi a casa senza stipendio (video)

Assistenti scolastici romani, da tre mesi a casa senza stipendio. Con la chiusura delle scuole, infatti, sono state la categoria economicamente più colpita. E ieri sono scesi in piazza a Roma, al Campidoglio. Fanpage ha realizzato un servizio video, che proponiamo, e intervistato alcune delle manifestanti. “Io ho 38 anni – dice una signora – sono vedova perché mio marito è morto di sla e ho due figlie minori. In questi mesi – aggiunge – abbiamo vissuto con una pensione di reversibilità di mio marito di 500 euro. Ma ho mutuo mensile da pagare di 520 euro, per cui la mia pensione non basta neanche per quello”. Certo, alcune cooperative hanno anticipato i soldi ai loro dipendenti, ma non ci sono fondi per tutti, per cui alcuni sono rimasti senza nulla.
Gli assistenti scolastici ridotti alla fame
Un’altra assistente dice che questi soldi anticipati però dovranno essere restituiti quando arriverà questa famosa Fis (Fondo salariale di integrazione), che però ancora non si vede. Un’altra dice “siamo rimasti senza reddito. Ci sono persone che dopo tre mesi hanno ricevuto solo 350 euro, una retribuzione minima. E’ ovvio che l’Inps ha avuto molti problemi a lavorare questi stipendi….”. Una collega conferma: “I soldi che non ci daranno nei mesi estivi e quelli che non abbiamo percepito negli ultimi quattro mesi ci creano un grossissimo problema. Avevamo chiesto che l’assessore Mammì sbloccasse i soldi che già ci sono in bilancio al comune di Roma già da dicembre”.

Sbagliata l’esternalizzazione dei servizi
Tutti insomma sono ancora in attesa del Fis, ma per gli assistenti la questione è più complicata perché il Fis sono fondi accumulati ogni anno dalle cooperative ma che comunque vengono scalati dai versamenti dei dipendenti. L’importo è ben al di sotto della cassa integrazione. E il problema è che nella storia mai nessuna cooperativa aveva fatto una richiesta così massiccia di cassa integrazione. Conclude un’assistente: “Fortunato chi aveva un coniuge con un altro reddito, ma molti di noi hanno dovuto sostenersi magari ricorrendo a prestiti di amici”. Tutta questa drammatica situazione ha dimostrato che esiste un problema della esternalizzazione dei servizi. Il servizio educativo, dicono le assistenti, non deve essere esternalizzato ma rientrare subito nel comune di Roma.