Astral, guerra delle poltrone sotto l’ombrellone: scaduto il mandato di Mallamo, scontri tra FI e FdL per il comando

Dall’Abbazia di San Pastore a Greccio ai corridoi della Regione Lazio, fino – chissà – a qualche spiaggia assolata che, al momento, potrebbe essere solo un desiderio. Già, perché se per i comuni mortali le vacanze sono arrivate, per chi deve decidere il futuro di Astral Spa, unico ente regionale (100% partecipata Regione Lazio) a non avere un consiglio di amministrazione ma un Amministratore Delegato, insomma una sorta di deus ex machina, il lavoro in questi giorni è frenetico. Ma, da indiscrezioni e voci di corridoio, più che di “lavori” quelli messi in campo negli ultimi tempi sembrano veri e proprio scontri.
Lotte inizialmente solo sotterranee che, complici magari proprio le “voci”, hanno iniziato a emergere. Tanto che il mese scorso si è tentato di mettere pace nel corso di una sorta di “conclave”, appunto nell’Abbazia di San Pastore, in quel di Greccio. Ma l’aria pastorale non ha fatto il miracolo.

La regola (infranta?) dei tre mandati
L’incontro di giugno era stato promosso dal coordinatore regionale del partito e questore della Camera dei deputati, Paolo Trancassini. E vedeva sul “banco degli imputati” la nomina dell’ingegner Antonio Mallamo, ormai da 12 anni alla guida di Astral. In pratica, da oltre la metà degli anni dell’azienda. Ma Mallamo, scelto da Nicola Zingaretti come suo fidato uomo di punta per la partecipata che smuove probabilmente più denaro nella Regione, è AD di Astral da 4 mandati. Già uno in più di quello che prevede l’articolo 17 dello statuto della società. E che recita così:
“La società è amministrata da un Amministratore unico, nominato dalla Regione Lazio ai sensi e per gli effetti ell’articolo 2449 del Codice civile. La nomina o la revoca sono efficaci dalla data di ricevimento da parte della società dell’atto di nomina o di revoca. L’Organo Amministrativo non può essere nominato per un periodo superiore a tre esercizi e scade alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della carica“.
Il mandato attuale di Mallamo, scelto appunto la prima volta nel giugno del 2013 da Nicola Zingaretti (praticamente appena eletto), riconfermato il 5 maggio 2016 e poi ancora il 24 giugno 2019 e infine il 13 luglio 2022, stavolta dalla Giunta Zingaretti bis, scade quindi il 1° agosto, grazie alla disciplina della prorogatio. Conti della serva alla mano, Mallamo ha fatto 4 mandati: come è stato possibile, visto lo statuto che ne prevede 3? E, soprattutto, come può esserci ora la lotta tra Forza Italia e Fratelli d’Italia per chi vuole la riconferma dell’ingegnere e chi invece vuole che si istituisca, come in tutte le altre partecipate della Regione Lazio, un CDA, ma senza Mallamo?
E ancora, come mai una parte del centrodestra, tra cui la Lega, spinge per un zingarettiano, al punto da affidargli l’incarico di Commissario Straordinario della Cisterna-Valmontone? È infatti il leghista Matteo Salvini che lo propone per questo ruolo che, almeno in teoria, potrebbe essere incompatibile con quello di AD di Astral (controllore e controllato nella stessa persona?). I misteri della politica…
Tensioni e prove di forza per la guida di Astral
Ma eccoci all’attualità, anche se potrebbe sembrare storia vecchia. Da una parte Forza Italia, con la fazione guidata da Claudio Lotito e Claudio Fazzone, che vorrebbero lasciare Mallamo a capo di Astral. E qui torna nuovamente il dubbio: ma Mallamo non era stato scelto dalla sinistra? Come mai parte della destra litiga tanto per averlo? Dall’altra, invece, Fratelli d’Italia con la corrente di Giancarlo Righini, che chiede esattamente l’opposto: via l’Ad, inteso sia come persona che come struttura. Righini vorrebbe il CdA, formato da nuove persone. E, a capo di queste, l’ex consigliere regionale Pino Simeone. Per lui sarebbe quasi un’ultima spiaggia, sicuramente di lusso, vista l’occasione d’oro, dopo i flop dei mesi scorsi. Il suo mentore e amico, il senatore Claudio Fazzone, ha infatti provato a portarlo alla guida di Cotral, ma è stato battuto da Manolo Cipolla. Gli è andata male anche quando ha chiesto un terzo assessorato per gli azzurri, da assegnare a Simeone. E pure quando voleva la presidenza per LazioCrea. Che questa sia la volta buona?