Atac, rimborsi per i ritardi oltre 15 minuti: chi ha diritto al rimborso Metrebus e come ottenerlo
Aspettare un autobus a Roma non dovrà più essere un atto di fede. Dal prossimo anno gli abbonati Metrebus avranno – anche se non tutti – finalmente una tutela concreta: se la corsa Atac supera i 15 minuti di ritardo, scatterà un rimborso automatico da 50 centesimi, fino a un totale di 10 euro. Una piccola rivoluzione per un servizio che negli ultimi anni ha accumulato disservizi, ritardi e contestazioni. A imporla è stata l’Antitrust, che ha riconosciuto ai pendolari romani almeno un risarcimento per il tempo perso alle fermate.
Dietro alla decisione c’è un dossier di irregolarità registrate tra 2021 e 2023, tra autobus che non passavano e metropolitane che si fermavano troppo spesso. Ora l’azienda dei trasporti deve voltare pagina. E farlo davvero.
Rimborsi Metrebus: come funzionano e chi ne ha diritto
Ma il rimborso scatterà solo per gli abbonati annuali Metrebus, non per chi usa il servizio saltuariamente e quindi acquistando il biglietto singolo. L’Antitrust ha stabilito anche un primo ristoro “storico” per chi ha sopportato i disservizi degli ultimi anni. Ogni titolare di card annuale valida nel 2024 avrà diritto a 5 euro, che diventano 10 euro per chi era abbonato almeno un altro anno tra il 2021 e il 2023.
Ma i rimborsi sono in “soldi veri”, cioè spendibili sul proprio conto corrente per qualsiasi cosa: tutto passerà dall’app Atac, che dovrà integrare un borsellino elettronico con il quale l’utente potrà acquistare altri biglietti, per sé o per altre persone. È un risarcimento, ma resta “in casa”.
La decisione dell’Antitrust
Il provvedimento arriva al termine di un procedimento aperto a febbraio, quando l’Autorità ha mosso accuse pesanti verso Atac, dando così ragione alle lamentele degli utenti. Mancate corse su gomma, problemi alle metro A, B e C, scarsa illuminazione alle fermate, ascensori fuori uso, sicurezza insufficiente nelle stazioni. Insomma, l’immagine che veniva data, anche dall’amministrazione comunale, sindaco Gualtieri in testa, di un buon servizio, si è scontrata con la realtà, che era quella dei cittadini infuriati. Una lunga lista di criticità per cui Atac rischiava una multa milionaria.
Per evitarla, l’azienda ha presentato una serie di impegni. Il primo, il più evidente, sono i rimborsi. Il secondo è un piano di potenziamento dei servizi: assunzione di 26 nuovi operatori, formazione di altri 35 e un rafforzamento dei presidi delle stazioni sotterranee.
La vera novità entra in vigore dal 1° gennaio 2026, con la nuova app. Oltre agli itinerari e all’acquisto dei biglietti, la piattaforma attiverà il sistema di rimborso immediato per i ritardi superiori ai 15 minuti. Per la prima volta in Italia, un’azienda del trasporto pubblico riconoscerà al volo una responsabilità per il disservizio.
La soddisfazione di Atac e le critiche dei consumatori
La società romana parla di svolta. Il direttore generale Paolo Aielli ha definito la delibera «uno stimolo a proseguire il processo di digitalizzazione e centralità dell’utente», rivendicando investimenti già avviati. Positivo anche il commento dell’assessore ai Trasporti Eugenio Patanè, che legge la decisione come un riconoscimento del lavoro fatto in questi anni per riportare l’azienda fuori dal concordato.
Meno entusiasti i consumatori. Codacons parla di misura “monca”: restano esclusi tutti quelli che usano biglietti singoli, abbonamenti mensili o altre formule. Una fetta enorme di utenti che, di fatto, continuerà a sopportare ritardi senza alcun indennizzo.
L’intervento complessivo vale oltre 3 milioni di euro. Una cifra importante ma che, da sola, non risolve anni di criticità strutturali. Sulla carta Atac si impegna a migliorare il servizio, potenziare l’organico e rendere trasparenti i ritardi. Ma ora la partita si gioca sul campo, o meglio, alle fermate. Perché un rimborso può addolcire un’attesa infinita. Ma non sostituirà mai un autobus che arriva puntuale.