Atac, ultima ora. Due operai al lavoro incastrati sotto un treno, ricoverati non sono gravi

Due operai dell’Atac sono rimasti incastrati questa mattina verso le 09.30 sotto il vagone di un treno che stavano riparando. Le cause dell’incidente sono ancora da accertare, ma riportano all’attenzione il problema sempre attuale della sicurezza sul lavoro. Che deve essere sempre garantita in ogni circostanza. Chiaro che bisognerà appurare se il duplice infortunio sia dipeso da un errore umano, o dal cedimento di qualche impianto. Intanto però è già possibile tirare un sospiro di sollievo, perché i due lavoratori non sono gravi. Uno di loro è stato portato al S. Camillo, e si starebbe riprendendo. Mentre l’altro si trova attualmente in osservazione al S. Eugenio, con rilevanti problemi ad un piede. I soccorritori chiamati ad intervenire subito dopo l’incidente in realtà non hanno fatto molta fatica, visto che i due operai fortunatamente non erano rimasti schiacciati. Ma semplicemente impigliati con i loro vestiti sotto al convoglio che stavano riparando. E che improvvisamente è collassato rischiando di schiacciarli.

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Dagli operai feriti questa mattina agli autobus a fuoco, il sindacato chiede subito risposte

Sul duplice infortunio di questa mattina con due operai feriti e sullo stato complessivo della flotta dell’Atac, anche in termini di manutenzione e sicurezza e’ intervenuto prontamente il sindacato. Con il segretario regionale della Fit CISL Roberto Ricci che ha detto la sua. Anche sul perché dei tanti bus vecchi che vanno a fuoco. L’azienda in realtà ha comperato oltre 750 mezzi nuovi nell’ultimo triennio, ha chiarito Ricci. In una recente intervista al quotidiano Il Messaggero. E di questi, 120 sono entrati in servizio nel 2020. La maggior parte prodotti e assemblati dalla IIA, Industria italiana autobus. Solo che, sempre secondo Ricci una quarantina di vetture al giorno devono rientrare in officina per le manutenzioni. Niente di grave, ha chiarito il sindacalista. Si tratta di pannelli che si staccano, di vetri che si scollano e altre cose simili. Ma intanto i mezzi vanno fermati e messi in manutenzione. Così l’Atac è costretta a ricorrere ai bus più vecchi, quelli che hanno dai 15 ai 17 anni. E che ogni tanto vanno anche a fuoco, per problemi di surriscaldamento del motore. Come aggravante, conclude il sindacalista, c’è anche il fatto che a causa di un accordo tra l’azienda dei trasporti di via Prenestina e il Comune, tutte le riparazioni vanno date all’esterno. Con i tempi che si allungano, e i privati che si sfregano le mani. Tanto, a pagare sono sempre i poveri contribuenti e i cittadini romani.

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