«Atletico, cattivo, determinato»: il dossier del 2008 su Raul Esteban Calderon, il killer di Diabolik

diabolik piscitelli

«Atletico, cattivo, determinato». Raul Esteban Calderon da Buenos Aires, l’assassino di Fabrizio Piscitelli era una vecchia conoscenza della polizia romana.
La reporter del Giornale lo descriveva così, dopo l’arresto nel 2008 per una serie di rapine. Il killer di Fabrizio Piscitelli, il capo tifoso della Lazio noto come Diabolik, era stato catturato a Primavalle assieme ad altri 6 soliti noti della criminalità. Veniva definito dall’allora capo della squadra mobile, Vittorio Rizzi: «Quello con più futuro davanti».
Un’atroce profezia: in questi tredici anni il curriculum criminale del delinquente argentino si è arricchito fino a trasformarlo in uno spietato sicario.

Chi è Raul Esteban Calderon

Il curriculum criminale di Calderon, 52 anni, è considerevole. Il primo arresto in Italia risale al 2003 quando venne colto in flagrante mentre stava rubando una Fiat Panda. Emerse in seguito come il terreno dell’uomo fosse proprio il furto di auto, ma anche rapine, come quella compiuta ai danni di una gioielleria di Grosseto nel 2016. Tra i nomi considerati vicini a Calderon – riporta Open – vi sarebbe proprio in questo particolare frangente Augusto Giuseppucci fratello nientemeno di uno dei fondatori della celebre Banda della Magliana.

Il criminale argentino non è accusato solo dell’omicidio di “Diabolik” del 7 agosto 2019, ma anche quello di Shevaj Selavdi avvenuto a Torvajanica il 20 settembre 2020. Ad aver assassinato Selavdi sarebbe stato infatti la stessa mano. In questo secondo delitto sarebbe stato coinvolto anche Enrico Bennato, pregiudicato e già detenuto da maggio, accusato però di ben altri reati.

Ora ci sarà da capire chi c’è dietro il sicario.
La sorella di Diabolik, Angela Piscitelli, in questi due anni e mezzo, insieme ai genitori, si è sempre battuta perché si arrivasse alla risoluzione del delitto. «Sono consapevole che questo è il primo passo che dovrà portare poi all’individuazione dei mandanti». La matrice mafiosa sempre certa.
un filmato estratto da una telecamera installata in zona con la quale è stata ripresa l’esecuzione del delitto” spiega la Procura in una nota. “Dall’analisi tecnica del filmato dell’omicidio eseguita prima dalla Polizia scientifica e successivamente dal consulente tecnico incaricato dalla Procura è emersa una chiara compatibilità tra il killer visibile nel filmato e il soggetto gravemente indiziato”. Alle indagini hanno contribuito anche alcune attività di intercettazione che hanno consentito di acquisire significativi elementi di riscontro in merito all’esecutore materiale dell’omicidio. A rafforzare la gravità del quadro indiziario hanno contribuito anche alcune dichiarazioni.