Attentato a San Pietroburgo: il momento della consegna della statuetta esplosiva (VIDEO)

statuetta

Una potente esplosione in un bar del centro di San Pietroburgo ha sconvolto il pomeriggio della città russa. Oltre 200 grammi di Tnt nascosti all’interno di una statuetta (qui di seguito il video del momento della consegna della statuetta), hanno provocato la morte del noto blogger nazionalista militare e corrispondente di guerra russo, Vladlen Tatarsky, e il ferimento di altre 25 persone, alcune delle quali gravemente. L’ufficio del procuratore distrettuale Vasileostrovsky sta conducendo un’inchiesta sulla deflagrazione, ma la matrice dell’attentato rimane ancora sconosciuta.

Nell’omicidio del blogger è sospettata una giovane donna non identificata, che ha regalato alla vittima una statuetta. Secondo quanto si è appreso, all’interno della statuetta sarebbe stato collocato un ordigno esplosivo improvvisato con una capacità da 100 a 200 grammi di tritolo.

La vittima, nota sui Social come Maxim Fomin, aveva guadagnato notorietà durante l’invasione russa in Ucraina. Era famoso per la pubblicazione di video quotidiani intitolati “Vecherny Vladlen” in cui analizzava l’operazione speciale e forniva consigli tecnici alle truppe mobilitate. Alla luce delle sue collaborazioni con il capo della milizia privata russa Wagner, Yevgeny Prigozhin, la morte di Tatarsky avvenuta nei locali dello “chef di Putin”, lo Street Food Bar, ha suscitato numerose interrogativi.

Tatarsky è divenuto celebre sui social ampliando il suo seguito di oltre mezzo milione di seguaci su Telegram dopo aver postato un video della cerimonia al Cremlino. Molti hanno espresso gratitudine al blogger per il lavoro svolto, ma altri hanno criticato la sua tendenza ad attaccare i vertici militari russi per l’inefficienza delle truppe e la loro incapacità dopo alcune sconfitte.

L’attacco di San Pietroburgo ha sollevato diverse domande sull’effettivo mandante, dato che non ci sono abbastanza dettagli per suggerire un mandante specifico.

L’Ucraina ha negato il proprio coinvolgimento insieme alla sua connessione con l’attentatore. Nonostante i fallimenti in Donbass e l’isolamento internazionale della Russia, Washington mantiene un canale aperto con Mosca per la liberazione del giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, accusato di spionaggio. Ciononostante, il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha respinto la richiesta e ha dichiarato che sarebbe stata una decisione per la corte giudiziaria. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo, ha difeso la posizione della Russia e ha attaccato gli occidentali per la loro mancata solidarietà dopo l’attentato e la morte di Tatarsky.