Aumentano i contagi e la positività ma i decessi restano stabili: che cosa significa?

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Sono 4.259 i nuovi contagi da Covid in Italia (ieri 3.558), secondo i dati del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 21 morti (ieri erano 10) che portano a 127.905 il totale delle vittime da inizio emergenza. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 235.097 tamponi, con un tasso di positività che sale all’1,8% (ieri 1,6%). La dinamica non è chiara: vuol dire forse che il Covid fa meno paura?

Contagi, gli esperti potrebbero illuminarci adesso?

In aumento però le persone ricoverate in ospedale con sintomi che sono 1.196 (ieri 1.194), con un aumento di 2 persone rispetto a ieri, mentre sono 158 i ricoverati in terapia intensiva (-7 rispetto a ieri), con 9 ingressi nelle ultime 24 ore. Sono 4.118.124 i guariti (+ 2.235) e 51.308 gli attualmente positivi (+1.998). Insomma, gli esperti che per mesi ci hanno illuminato, potrebbero illuminarci adesso sul significato di queste cifre?

Nel Lazio lieve diminuzione dei casi ma non di ricoveri

Oggi nel Lazio “su quasi 12mila tamponi nel Lazio (422) e oltre 18mila antigenici per un totale di oltre 30mila test, si registrano 616 nuovi casi positivi (-65), 0 decessi (-1), i ricoverati sono 151 (+18), le terapie intensive sono 28 (dato stabile), i guariti sono 154. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 5,1% ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende al 2%. I casi a Roma città sono a quota 348”.

Lo evidenzia l’assessore alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato nel bollettino al termine dell’odierna videoconferenza della task-force regionale per il Covid-19 con i direttori generali delle asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Nelle province si registrano 106 nuovi casi e si registrano 0 decessi nelle ultime 24 ore.

“Stiamo percorrendo la strada fatta dal Regno Unito”

“Stiamo percorrendo in Italia la stessa strada già fatta dal Regno Unito, aumento dei casi ma con un modesto incremento dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, facendo il punto della situazione.

“Il virus è rimasto quello che era ma si trova più in difficoltà a determinare le forme gravi della malattia perché trova il muro dei vaccinati – precisa Cauda -. E’ la scommessa che ha fatto il Regno Unito decidendo di riaprire tutto anche con tanti nuovi casi. Ma non dobbiamo abbassare la guardia, come ha detto il ministro della Salute Speranza dobbiamo vaccinare gli under 40 proprio per togliere terreno al virus”.

“Stiamo assistendo alla rottura della catena che dall’aumento dei contagi porta a quello dei ricoveri e poi dei decessi – evidenzia – questo grazie ai virus. Ma non basta. Dobbiamo mettere in pratica le tre ‘T’: test, tracciare e trattare. Quindi identificare i microfocolai ed isolare subito i contagiati”. Sul picco dei casi a Roma, Cauda è molto prudente “non abbiamo una risposta, è probabile che ci siano più cause ma è davvero difficile dire quali sono e che peso hanno avuto, anche sulla questione dei festeggiamenti per gli Europei di calcio non possiamo avere certezze”.