Auto “fantasma” a Roma e Castelli, clonavano vetture spagnole: recuperate 18 auto rubate
Compravano auto rubate, le “truccavano” facendole sembrare nuove e le rivendevano con documenti “puliti”. Dietro un apparente giro di vetture importate dalla Spagna, gli investigatori della Polizia di Stato hanno scoperto un sistema di riciclaggio di auto clonate radicato nei Castelli Romani e capace di immettere sul mercato mezzi che, sulla carta, non sarebbero mai dovuti esistere.
Un’operazione chiusa dopo mesi di controlli, sfociata in due misure cautelari, una ai domiciliari, l’altra con obbligo di firma, nell’ambito dell’inchiesta battezzata “Estrella”.
La jeep sospetta
La storia comincia quasi per caso, durante un normale controllo lungo l’autostrada. Gli agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Roma Sud fermano una Jeep Renegade apparentemente “nata” in Spagna. Sulla carta è tutto in ordine: documenti regolari, targa europea, passaggi corretti. Ma qualcosa non torna.
Dopo una serie di verifiche tra Agenzia delle Entrate, Motorizzazione e banche dati estere, emerge la verità: quella Jeep è clonata. In Spagna la stessa auto circola ancora, con lo stesso numero di telaio. Qui, invece, è una copia perfetta, riciclata attraverso la procedura di nazionalizzazione. Gli agenti si insospettiscono e decidono di indagare a fondo. E gli accertamenti incrociati con le autorità straniere confermano i sospetti dei poliziotti romani. Altri 17 veicoli risultano importati con la stessa modalità, dallo stesso gruppo, e soprattutto… risultano ancora in circolazione in Spagna. In Italia erano diventate auto “ripulite”, pronte per essere messe sul mercato come occasione imperdibile. All’estero, invece, continuavano a macinare chilometri.
Il sistema: telai ripunzonati, centraline riscritte e documenti spagnoli “perfetti”
Il duo individuato dalla Procura aveva creato un vero laboratorio del falso, con una “catena di montaggio” clandestina. I due, entrambi molto attivi nei Castelli Romani, partivano da auto di provenienza furtiva, recuperate sul territorio. Da lì scattava il “restyling criminale”, che prevedeva ripunzonatura dei telai, riscrittura delle centraline, sostituzione di etichette e parti identificative, applicazione di documenti spagnoli, scelti perché più semplici da “ripulire”.
Una volta ottenute targhe italiane perfettamente regolari, le auto venivano piazzate online, sui canali più battuti dagli acquirenti. A comprare erano quasi sempre persone ignare, convinte di aver fatto un affare.
Recuperate 18 auto rubate
Il lavoro degli agenti, coordinati dalla Procura di Velletri, ha permesso in cinque mesi di ricostruire l’intera filiera, individuare i due responsabili e recuperare 18 veicoli rubati, pronti per essere rimessi in vendita. Uno dei due uomini è stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre l’altro a obbligo di firma.