Autodemolitori, il Comune riprova a cacciarli. Ma il rischio è di un altro buco nell’acqua

Il Comune di Roma sta nuovamente tentando di delocalizzare gli autodemolitori dalla Palmiro Togliatti. Si tratta di decine di piccole imprese familiari, che operano qui da molti anni. E che adesso si trovano all’interno del perimetro del parco di Centocelle. Quindi nella necessità di trovare posto altrove. Magari in una grande area attrezzata, fuori dai confini della città. Ma il progetto per una ricollocazione di questi esercizi, si è sempre arenato in un rimpallo di competenze tra Campidoglio, Regione ed ex Provincia. Sul tema spinoso di chi avrebbe dovuto fare il piano. E trovare le aree alternative. Convincendo i demolitori ad andarsene. Adesso la Raggi e la neo assessora all’ambiente Katia Ziantoni sono tornate alla carica. Dando un termine di 60 giorni alle imprese per adempiere allo sgombero. E intimando anche di consegnare una dettagliata caratterizzazione dei terreni. Impegnandosi a bonificarli a proprie spese dalle sostanze inquinanti sversate nei decenni. Batterie usate, olii esausti, amianto e chi più ne ha più ne metta. Ma dal canto loro, gli sfasciacarrozze resistono. E ritengono di non dover fare nessuna domanda. Ma che il provvedimento debba arrivare direttamente dall’amministrazione. Così ancora una volta, siamo a una situazione di stallo.

La guerra tra gli autodemolitori e il Comune è destinata a continuare

Sembra destinata a durare ancora a lungo la guerra tra gli autodemolitori sulla Palmiro Togliatti e l’amministrazione comunale. Così tra accuse reciproche e rimpalli di competenze, la situazione  non si sblocca. Con la assessora all’ambiente Ziantoni che tuona: “Tutelare i gestori delle aziende senza garanzie per l’ambiente e per i cittadini significa salvaguardare interessi privatistici a discapito dell’interesse collettivo. L’immobilismo intollerabile che ci ha preceduto ha reso ‘intoccabili’ certi diritti acquisiti in spregio alle prescrizioni ambientali previste dalla normativa. I destinatari delle determine non perdano altro tempo, facciano quanto viene imposto loro dall’Amministrazione e dal Tar“. Quindi, un ultimatum alle 21 imprese presenti sul sito ad andarsene. Ma loro, i demolitori non sembrano intenzionati a mollare. Almeno senza un tavolo che garantisca la continuità delle loro aziende. Così è arrivata la secca replica di Elena Donato, presidente di Arder, che raggruppa le principali associazioni di categoria.“L’Accordo di programma prevede un’istruttoria tramite la quale gli enti preposti (Comune, Regione ed ex Provincia, ndr) comunicano tramite apposite determine lo spostamento. Non è prevista nessuna domanda. Ed è un obbligo da parte del Comune questa procedura, perché le attività rientrano nella filiera dei rifiuti“. Ora il Campidoglio ci riprova.