Bambini in spiaggia, attenti al granchio blu: segnalati diversi feriti al lido di Latina

Il granchio blu, il fenomeno marino dell’estate, non rappresenta solo un pericolo per l’ecosistema, ma sta diventando un rischio anche per i bagnanti, soprattutto per i più piccoli. Questa specie di crostaceo che ha ormai invaso tutte le coste d’Italia, comprese quelle laziali, ha manifestato un’aggressività maggiore rispetto a quelle autoctone. Sin dall’inizio della stagione balneare infatti si è registrata una lunga serie di ferimenti, specie tra i bambini, più esposti al rischio per la prolungata permanenza in acqua.
Come segnalano alcuni media della provincia di Latina, fin dall’inizio della stagione balneare, i casi di ferimenti causati dal granchio blu sono diventati preoccupanti. Questa specie di crostaceo ha dimostrato un livello di aggressività molto superiore rispetto ai granchi autoctoni. Sono soprattutto i bambini a essere più esposti a questo rischio, dato che trascorrono più tempo in acqua e talvolta si avvicinano inavvertitamente a questi crostacei. Si sono quindi trovati a dover affrontare una sfida del tutto nuova: medicare persone ferite dalle chele dei granchi blu.

Questi esemplari hanno chele notevolmente più grandi e più robuste rispetto ai granchi autoctoni, il che li rende in grado di infliggere ferite talvolta molto profonde. Da parecchie spiagge italiane arrivano ogni giorno numerose seganalazione. Al lido di Latina, scrive un sito locale, è diventato comune vedere bambini uscire dall’acqua con le dita dei piedi sanguinanti a causa dei tagli provocati da queste potenti chele, quasi al pari delle temute punture di tracine.
A Venezia pescatori sotto attacco del granchio blu: le chele come lame
C’è chi ha raccontato di avere avuto attacchi ancora più pericolosi. Come un noto pescatore della laguna veneziana: attanagliato dalla terribile chela di un granchio blu, Marino Padovan lancia l’allarme alla Nuova Venezia. L’uomo stava pescando con le gabbie calate alle foci del Sile quando un granchio di quasi un chilo lo ha attanagliato all’avambraccio. Dalla ferita ha iniziato a sgorgare sangue a fiotti. Una ferita che è riuscito a tamponare con fatica.
«Sono i rischi del mestiere – spiega al giornale – ma certo questi granchi blu sono ovunque. Io li pesco alle foci dei fiumi e dovo rilevare che sono anche a riva. Solo che sono veloci e fuggono quando sentono rumori dei bagnanti. In questo specchio di mare ne abbiamo pescati anche da un chilo e 600 grammi». Pescarli con le reti è impossibile, come racconta Marino, perché le tagliano con le chele, creano buchi da un metro di diametro e le reti sono poi da buttare. «Io e altri colleghi usiamo le gabbie metalliche – precisa – e con quelle ne riusciamo a pescare anche 25 o 30 chili in un giorno, sempre su richiesta.