Bar e ristoranti, a Roma quasi uno su due senza aiuti

Quasi un ristorante o un bar su due a Roma rischia di restare ancora una volta senza aiuti. E’ quanto denuncia il segretario romano della Fipe Confcommercio Luciano Sbraga. Che in una intervista rilasciata al quotidiano online ilmessaggero.it ha spiegato il motivo di questa debacle. “Il meccanismo di calcolo contenuto nell’ultimo decreto Sostegni penalizza ancora una volta il settore della ristorazione, quello in maggiore sofferenza” ha precisato Sbraga. E il perchè sarebbe presto detto. Gli aiuti infatti scattano per esercizi commerciali che fatturano fino a 10 milioni di euro, e che nei precedenti 12 mesi hanno accusato una perdita media di fatturato di almeno il 30%. Ma dei 12 mila ristoratori della capitale che in teoria avrebbero avuto diritto a questo aiuto una tantum, circa 4 mila rischiano di essere esclusi. Questo perchè, sempre secondo la Fipe la forbice media delle perdite si attesterebbe tra il 25 e il 27%. Tanti soldi, ma non sufficienti a raggiungere la soglia prevista dalla legge per erogare gli aiuti. Così adesso tutto il settore della ristorazione rischia di trovarsi di fronte all’ennesima beffa. Ma il problema secondo il sindacato di categoria sono anche le risorse scarse. Appena 11 miliardi a livello nazionale, dei quali al Lazio spetteranno 800 milioni. Calcoli alla mano, una miseria. Con la quale esattamente come nell’era Conte, bar e ristoranti non riusciranno a pagare neanche un mese d’affitto. E così molti starebbero decidendo di non riaprire. Con una perdita nel periodo pasquale che si attesterà su oltre 50 milioni di euro.

Il virus dei ristoratori…. No, è chi governa che continua a mortificarli

Fipe Confcommercio, le regole del decreto sostegni ci penalizzano. E gli aiuti non sono sufficienti

Il governo ha voluto abolire il criterio dei codici Ateco per garantire una maggiore velocità negli aiuti e meno burocrazia. Ma secondo la Fipe Confcommercio di Roma e del Lazio, i sostegni per bar e ristoranti sono ancora largamente insufficienti. E molti rimarranno esclusi. Ma anche chi riuscirà ad usufruire dei soldi ‘una tantum’, non avrà molto da sfregarsi le mani. “Dai nostri calcoli un ristorante medio con un fatturato di 550 mila euro nel 2020 dovrebbe ottenere un sostegno di 5.500 euro – spiegano dalla Fipe. Mentre un bar che ne fattura 45 mila, avrebbe diritto a circa 1850 euro. A patto però di rientrare nei parametri di una perdita pari o superiore al 30% rispetto all’anno precedente.  “Al centro è stato un disastro, molti locali hanno accusato cali di fatturato anche del 70% – ha spiegato Sergio Paolantoni, presidente Fipe di Roma e Lazio. Ma in periferia per poche migliaia di euro in più all’anno, moltissimi rimarranno esclusi. Così di fronte alla prospettiva di riaprire un paio di giorni per poi chiudere di nuovo a Pasqua e a Pasquetta, molti terranno la serranda del locale abbassata”. Un ulteriore colpo, per un settore che non sembra ancora vedere la luce in fondo al tunnel per uscire da una crisi che sta assumendo i contorni di una tragedia.

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