Basta chiacchiere: i non vaccinati muoiono 9 volte di più rispetto ai vaccinati

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Le chiacchiere stanno a zero: vaccinarsi aiuta. Il tasso di decessi Covid tra i non vaccinati è 9 volte superiore rispetto a quello delle persone che hanno ricevuto il vaccino da meno di 6 mesi. E’ il quadro delineato dai dati dell’Istituto superiore di Sanità. In un mese, “nel periodo 24 settembre-24 ottobre, il tasso di decesso” per Covid “nei non vaccinati (65 per 100mila) è 9 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro 6 mesi (7/100mila). E ben 6 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre 6 mesi (11/100mila)”. Lo ha evidenziato l’Istituto superiore di sanità nell’ultimo nell’ultimo report settimanale sull’andamento dell’epidemia in Italia.

Appello dell’immunologa ai non vaccinati

Appello di Antonella Viola ai no vax. “Mi rivolgo davvero senza nessuna presunzione a coloro che rifiutano il vaccino: cambiare idea, col cambiare delle condizioni, non è segno di debolezza, ma di intelligenza. Se fino a qualche mese fa eravate convinti che il vaccino” anti-covid “non fosse sicuro o necessario, ora, guardando a tutte le persone vaccinate intorno a voi e alla situazione epidemiologica, potreste rivalutare le vostre posizioni”. Lo dice l’immunologa dell’università di Padova che lancia un monito. “Vi prego di pensarci. Vaccinatevi”, perché “storie come quella di Antonietta e Sharon non devono accadere più”, sottolinea in riferimento al decesso, nel Salernitano, della giovane mamma alla quale era stato sconsigliato il vaccino in gravidanza e della sua bimba, fatta nascere prematuramente, ma morta subito dopo.

Quella sul vaccino è solo una battaglia ideologica

“Nella storia del nostro Paese – scrive la scienziata – “tutte le volte che ci siamo divisi in due schieramenti contrapposti le cose non sono andate a finire bene. La mia sensazione è che in questo momento per alcuni di noi il tema dei vaccini non sia più una questione sanitaria, ma identitaria. Ci si identifica nella posizione scelta e rinnegarla significa rinnegare se stessi. Ma non è così. L’intelligenza si è evoluta come capacità di adattarsi alle situazioni critiche dell’ambiente circostante. L’intelligenza è flessibilità, negli animali come nell’uomo”, insiste Viola. “Non siamo schierati in due squadre di calcio che si giocano la coppa fino all’ultimo minuto. Ma siamo tutti dalla stessa parte, ognuno con i propri dubbi, che non devono diventare però – avverte l’esperta – una gabbia da cui non poter uscire”.