Basta con questa follia: riaprite i musei. Lettera a Franceschini

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Basta con questa follia, aprite i musei. “Considerare nel piano generale della sicurezza e salute dei cittadini la concreta possibilità di aprire i musei pubblici, nei casi in cui regioni, province e città venissero definite zona gialla in base ai criteri stabiliti dal governo”. E’ l’appello che 82 firmatari, tra cui direttori di musei, critici e storici dell’arte, curatori, artisti, collezionisti, galleristi e operatori del settore rivolgono al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Il documento è stato preparato dal critico Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento Firenze.

Nei musei può essere garantita la sicurezza

“I musei, come Lei certo ritiene, hanno funzione sociale e prestano servizi essenziali alla crescita culturale e al benessere delle persone. Contribuiscono alla salute psicologica e spirituale, allo sviluppo delle qualità cognitive e della sensibilità. Sono luoghi attrezzati e presidiati, che possono garantire l’accessibilità nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Ragioni inerenti la mobilità interna alle città non possono ostare alla loro riapertura. Almeno una volta che in zona gialla siano assicurati ai cittadini altri servizi e beni essenziali come nei centri commerciali bar e ristoranti, parrucchieri e giustamente librerie, tutti agibili in termini di sicurezza sanitaria”.

La chiusura penalizza soprattutto i cittadini

L’appello ricorda anche che “con i musei chiusi non soffrono solo i bilanci ma i cittadini. E in particolare i bambini, gli studenti, le famiglie e tutti gli amanti dell’arte, quanti desiderano confrontarsi con la memoria del passato e con le sperimentazioni del presente nell’arte”. Tra i firmatari figurano Cristina Acidini, Caterina Briganti, Luca Doninelli, Livia Frescobaldi, Giacomo Marrama, Antonio Natali, Cristiana Perrella, Luca Pignatelli, Remo Salvadori, Massimo Sestini, Marco Tonelli. Nell’appello si evidenza che “emergono evidenti contraddizioni nei criteri adottati nella decisione presa. Facendo risaltare valutazioni meramente economiche.

Il ministro ha paura che costino troppo?

La contrazione dei visitatori, in particolare quella dei turisti internazionali, sembra aver penalizzato i musei pubblici. Tuttavia, ove si persista nella chiusura, può sembrare che le massime autorità a partire da Lei, signor Ministro, valutino come ingiustificabili le spese sostenute per la piena funzionalità dei musei a fronte degli scarsi incassi ottenuti in questo periodo. Ma non possiamo e non vogliamo attribuire a chi ci governa una visione così ristretta e poco lungimirante. Il sistema pubblico dei musei italiani merita ben altre strategie, per far fronte alla crisi e ai cambiamenti imposti da essa”.

Musei chiusi uguale interruzione di servizio pubblico

“Il diritto democratico al godimento del patrimonio artistico e della produzione artistica contemporanea trascende i pur opportuni parametri merceologici e quantitativi. E se mancano in questo momento le masse di turisti messi in circolazionea, il servizio museale ha da restare comunque in essere. A favore dei cittadini – conclude il documento -. Non dobbiamo permettere che il protrarsi di questa, che è una vera e propria interruzione di servizio al pubblico, impoverisca l’autentico significato della valorizzazione culturale. In rapporto alle pratiche di mediazione culturale, aggiornamento artistico, a quelle di ricerca e formazione”.