Benedetta TV – Ballando con le Stelle… dell’ego: Mara Venier difende Barbara D’Urso da Selvaggia Lucarelli, il ring è servito

Benedetta TV Ballando con le Stelle

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Barbara D’Urso non balla, mette in scena la sua resurrezione. Ogni passo sembra la prova generale della sua autobiografia non autorizzata: “Dopo il dolore, la rinascita… in diretta, con sponsor e luci calde.”

Durante l’esibizione, le telecamere la inseguono come se fosse la madonna di Cologno Monzese in processione. La giuria osa criticare la coreografia? Apriti cielo. Barbara cambia registro, passa da Paso doble a dramma shakespeariano in due secondi netti: “Io ho accettato tutto con consapevolezza!” Traduzione: “Non toccatemi, sto recitando la mia redenzione.”

Poi parte l’espressione calibrata, che scivola perfetta come se avesse un addestratore personale.
La D’Urso non suda: show in HD.

Ballando con il trash

Alla fine nessuno balla, ma tutti si confessano. Barbara si immola, Selvaggia giudica, Mara benedice. E Milly Carlucci, santa subito, conta i voti fingendo che tutto questo sia ancora un talent show.

La verità è semplice: Ballando con le Stelle è il reality spirituale di un Paese che non sa più distinguere un passo a due da un dramma esistenziale. E se Barbara è il cuore, Selvaggia la lingua e Mara la croce… noi, da casa, siamo la platea che recita il rosario del trash.

Selvaggia Lucarelli: la bulla del prime time televisivo col taccuino del sarcasmo

Selvaggia Lucarelli, da dietro il banco, assiste come un’insegnante che aspetta solo l’interrogazione sbagliata. Barbara parla? Lei sorride. Barbara risponde a tono? Lei affila la penna mentale.

E quando la puntata finisce, arriva la newsletter: “Era un vulcano in fase eruttiva. Ha fatto tutto lei. Deve ringraziarmi.”

Certo Selvaggia, grazie per la grazia ricevuta. La verità è che ti nutri di caos, almeno a giudicare dal tuo stile: più la gente litiga, più tu fiorisci. La tua arma non è la parola: è la superiorità da giuria del sabato sera. Hai trasformato il cinismo in format tv e l’ironia in disinfettante per mani, da usare ogni volta che tocchi il trash. Solo che, spoiler, fai la guerra al trash… da protagonista del genere.

Predichi il rispetto, ma godi quando qualcuno perde la dignità in diretta. Ti piace fare la giurata, ma sei la cheerleader del disastro altrui. Se Barbara è un vulcano, tu sei la turista che ci si fa il selfie davanti mentre esplode.

Mara Venier: la santa patrona della confusione catodica

Mara Venier arriva sempre un minuto dopo l’incendio, col secchio d’acqua in mano e il rossetto intatto.
È la zia d’Italia che benedice tutto, anche i disastri emotivi. “Giudicatela solo per il ballo,” dice. Sì, Mara. Peccato che il ballo si sia estinto nel 2019, insieme alla compostezza in tv.

È la versione televisiva del cerotto sull’amputazione: dolce, ma inutile. Eppure Mara resta lì, a difendere la pace catodica come un’eroina di un rosario recitato tra un blocco pubblicitario e l’altro.

Un rituale di autocommiserazione collettiva

Ballando con le Stelle è diventato il confessionale dell’ego nazionale.
Ognuna di loro vuole vincere qualcosa:
– Barbara, l’applauso perpetuo.
– Selvaggia, la moralità superiore.
– Mara, la santità televisiva.

Insieme formano la Santa Trinità del Sabato Sera Tossico. Si redimono, si puniscono, si abbracciano — tutto mentre il pubblico vota chi ha pianto meglio.

La danza? Un rumore di fondo. Il vero spettacolo è l’arte del compatirsi in diretta.