Benedetta Tv – Bianca Guaccero e Beatrice Venezi: che bella sorpresa

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Serata dedicata al cinema quella di ieri vinta di poco da RaiUno con Togo – Una Grande Amicizia con protagonista un Husky siberiano (16.1%). Su Canale5 Il Primo Natale con Ficarra e Picone arriva al 14.3%. Tutte le altre reti proponevano anche loro film o fiction: RaiDue Delitti In Paradiso, Italia1 Forrest Gump, Rete4 Nemico Pubblico, TV8 Frankenstein Junior.  

Tutte tranne sul 9 che ha mandato in onda un “meglio di” de la Corrida. E Raitre con Viva Puccini uno speciale sul compositore lucchese condotto da Bianca Guaccero e dal direttore Beatrice Venezi.

Viva Puccini: non la solita celebrazione

Fin da subito si è capito che non ci trovavamo di fronte al solito programma celebrativo in occasione di un anniversario (Puccini è scomparso 100 anni fa, il 29 novembre del 1924). Il primo segnale è stato che Viva Puccini è cominciato con il “Nessun Dorma”. L’aria più celebre della Turandot è infatti spesso usata in chiusura praticamente di qualunque recital che preveda cantanti lirici: da Pavarotti a Bocelli a Il Volo.  La scelta di aprirci il programma è stata come un avvertimento: stiamo facendo qualcosa fuori dal comune. Impressione confermata dalla chiusura del brano che dopo il conosciutissimo “Vincerò” è proseguito con un assolo di chitarra di Maurizio Solieri(storico chitarrista di Vasco).

Beatrice Venezi e Bianca Guaccero commentando subito dopo hanno confermato il valore programmatico di questa scelta: dimostrare quanto la musica di Puccini sia da considerarsi Pop, non solo perché era a tutti gli effetti l’intrattenimento popolare a cavallo tra 800 e 900 ma per le tracce che ha lasciato nella musica contemporanea.

I commenti di Enrico Stinchelli: si può parlare di lirica in modo divertente

Secondo segnale: il commento tecnico ai brani di Puccini è stato affidato a dialoghi tra Bianca Guaccero ed Enrico Stinchelli. Quest’ultimo è un autore e giornalista tra i più competenti sull’opera e il melodramma ma, soprattutto il conduttore da ben 36 anni de La Barcaccia. La rubrica radiofonica dedicata alla musica lirica in onda tutti i giorni su RadioTre. È un programma entrato nel mito della radiofonia, con un pubblico incredibile (1milione e mezzo di ascolto medio giornaliero solo in Italia) e diffuso in tutto il mondo. A chi sia mai capitato di ascoltarlo sa con quanta ironia e leggerezza Stinchelli sappia raccontare e giudicare opere, cantanti, esibizioni e messe in scena di un mondo in cui lo sfarzo e l’ostentazione sono una parte essenziale. Sono stati dialoghi divertenti e accattivanti che acuivano il desiderio dello spettatore di ascoltare con più attenzione le arie di cui si occupavano.

Il coraggio della contaminazione

Infine il grande sottotesto dell’intero programma: creare collegamenti tra la musica di Puccini e altre espressioni artistiche per esaltarne la modernità ma anche per dimostrare che, parafrasando Dostoevskij, se la bellezza può salvare il mondo deve essere coraggiosa. Per introdurre la famosa aria tratta da la Bohème “Che gelida manina” sono state mostrate immagini di Teatro10 del 1972 con Mina e Johnny Dorelli che giocavano reinterpretando i personaggi dell’opera. Al termina Beatrice Lorenzi ha sottolineato quanto si fosse più liberi all’epoca, nel fare questi paragoni azzardati. È stato solo un preludio.

Tutto il programma è stato un susseguirsi di suggestioni per cui performance moderne si intrecciavano alla musica del maestro toscano senza soluzione di continuità, arricchendo il racconto e soprattutto l’emozione per lo spettatore. Il culmine è stato raggiunto quando subito dopo il duetto tratto da Tosca “La povera mia cena fu interrotta” quando Scarpia cerca di violentare Tosca sono state mandate in onda le immagini del monologo “Lo Stupro” di Franca Rame ospite di Adriano Celentano a Fantastico nel 1987. Un momento di una forza spaventosa e perfetto giudizio sui terribili tempi di femminicidi che stiamo vivendo, come hanno bene e sobriamente commentato le due conduttrici. Oppure quando parlando de La Fanciulla del West inevitabile è stato il riferimento a Ennio Morricone le cui colonne sonore hanno segnato l’epopea degli “spaghetti western” che in qualche modo l’opera di Puccini ha anticipato.

Anche qui, di solito, avendo un’orchestra a disposizione ci si aspetta il solito medley con le parti più note delle sue composizioni. Invece, a sorpresa, c’è stata Frida Bollani (figlia d’arte di Stefano e Petra Magoni) che pianoforte e voce ha interpretato C’era Una Volta il West. Frida è una pianista di incredibile sensibilità con un tocco intenso e struggente che ricorda Clara Haskil(questa è per pochi lo so). Un’altra scelta spiazzante ma emozionantissima e commovente. E così via per tutto il programma con altri momenti fantastici come l’intervento del cast di Cats per mostrare le influenze di Madama Butterfly su Andrew Lloyd Webber o la “scoperta” del tema di Guerre Stellari nell’intermezzo della Manon Lescaut.

Il ruolo di Gianmarco Tognazzi

Una menzione merita anche Gianmarco Tognazzi chiamato a interpretare vocalmente Giacomo Puccini con la lettura di alcune sue lettere. Anche questa una scelta azzeccatissima. L’ottima recitazione di Tognazzi delle parole scritte dal maestro ne hanno raccontato il temperamento molto più efficacemente che mille discorsi.

Guaccero e Venezi: due donne non in gara

Nelle opere di Puccini le protagoniste sono sempre donne. Gli uomini, come sottolineato da Stinchelli, spesso sono ridotti a dei cliché. Anche per questo è stato giustissimo affidare questo speciale a Bianca Guaccero e Beatrice Venezi. Le due sono state molto brave, non si sono mai sovrapposte. Il maestro Lorenzi, ovviamente, aveva anche l’incombenza di dirigere l’orchestra, ma i suoi interventi sono sempre stati molto efficaci e misurati.

La Guaccero è sempre stata sinceramente curiosa nelle sue interviste agli ospiti che è poi l’unico atteggiamento sensato di una conduttrice (o conduttore) che non voglia sembrare fastidiosamente “imparato”. Insomma davvero una bella sorpresa. Chi si fosse perso il programma può recuperarlo su RaiPlay ne vale davvero la pena. Un ottimo modo per cominciare il nuovo anno.