Benedetta Tv – Bisio e Incontrada funzionano solo su Instagram. Cosa ha fatto di male Andrea Delogu per meritarsi La Porta Magica?

Ieri la serata è stata vinta da Rai 1 con il film tv La Farfalla Impazzita. Il film racconta la storia di Giulia Spizzichino, sopravvissuta al rastrellamento del ghetto di Roma e che ha dedicato la sua vita alla cattura di Erich Priebke, l’ufficiale nazista responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Nei giorni dedicati alla memoria della Shoà è comprensibile che 3milioni e mezzo di persone abbiano scelto di seguire il film portandolo al 18.6% di share. Meno logico è il risultato della terza e ultima puntata di Zelig su Canale 5, che ha ottenuto solo il 13.5% con meno di 2 milioni di telespettatori.
La fine del successo di Zelig l’ha spiegata bene Davide Calgaro con il suo pezzo
Nonostante la presenza de Il Volo, il varietà comico ha perso ancora ascolti. Il trio lirico non si è esibito ma, come per gli altri ospiti musicali delle puntate scorse, è stato sottoposto a una conferenza stampa fake con i comici nel ruolo di giornalisti. Al di là di questo che rimane un errore (hai la band, il corpo di ballo che ci vuole a mettere in piedi un numero musicale?) i problemi di Zelig sono più profondi. Il susseguirsi di numeri comici uno via l’altro senza una struttura precisa di programma che li leghi, televisivamente, non va più. Non vuol dire che la comicità in tv sia finita. Come dimostra il Gialappa’s Show o il successo di ieri di Stasera Tutto È Possibile quando la comicità è inserita in una narrazione con un’ossatura forte funziona eccome. I piccoli segmenti a sé stanti ormai vengono seguiti dal pubblico attraverso altri canali.

Ieri sera l’ha spiegato bene Davide Caldaro, una delle migliori giovani leve tra i comici che si sono esibiti sul palco di Zelig. Il suo pezzo verteva sulla dipendenza che ormai moltissimi hanno da Instagram. Raccontava con esempi esilaranti delle nuove abitudini tra cui utilizzare la visione di video del social network come coadiuvante le “sedute liberatorie” al bagno. La chiusa recitava così: «mi piace pensare che questo pezzo in tv non lo guarderà quasi nessuno, in moltissimi invece domani su Instagram mentre sono seduti al cesso». Questo paradosso di Caldaro è anche il giudizio più pertinente e direi definitivo su Zelig e programmi affini.

Quando un programma disattende le promesse è difficile che funzioni
Su La 7 ieri sera è andata in onda una replica di Una Giornata Particolare dedicata al 25 Marzo del 1300, il giorno in cui comincia il viaggio all’Inferno di Dante Alighieri descritto nella Divina Commedia. Bene questa replica ha fatto più ascolto (5.3% con quasi un milione di telespettatori) delle scorse nuove puntate del programma in cui Aldo Cazzullo ha deciso di stravolgere il format, abbandonando il riferimento a una giornata precisa e trasformando la rubrica in una trasmissione di divulgazione come tante altre.
A proposito di tradimenti di aspettative nel pomeriggio di Rai 2 va in onda un programma, La Porta Magica, emblematico da questo punto di vista. All’inizio di ogni puntata e al momento del congedo la conduttrice fa una “call to action”, come si dice in gergo. Si rivolge al pubblico dicendo «Se avete un sogno da realizzare, un cambiamento, una svolta da dare alla vostra vita, questo è il programma giusto, scriveteci e al resto pensiamo noi». Bella dichiarazione di intenti. In realtà il programma si riduce a questo: due “cambi look” e una ricetta. Non mi sembrano questi grandi svolte nella vita di chiunque. Quel che è peggio è che il più delle volte sono pure pretestuosi e realizzati male.
Se oltre a tradire le aspettative lo fai anche male la frittata è fatta
Il primo dei due “brutti anatroccoli” non è neppure una richiesta, ma viene proposto a persone incontrate per strada. A loro viene domandato se sono disposte a farsi rifare l’aspetto. La persona coinvolta nella puntata di ieri ha precisato «va bene basta che non mi mettete addosso dei colori pastello perché non li sopporto». Ha pronunciato queste parole indossando un berretto di lana celeste pastello. Nessuno che l’abbia fatto notare, ma allora perché è stata mandata in onda proprio quella affermazione? Il secondo cambio look è una vera richiesta d’aiuto e si basa su una storia più articolata.
Però, anche qui, se la persona che si presenta in studio è vestita come una “busta de fave”, è ovvio che non ci vuole moltissimo per migliorarne la figura. Ma il punto più basso è quello che riguarda la ricetta. Si presenta un giovane laureato in Storia del Cinema che è molto indeciso sul suo futuro. Si sente bloccato e chiede una mano per decidere che strada prendere. Viene fatto incontrare con la psicologa e criminologa (!) Flaminia Bolzan, il cui grande aiuto consiste nel consegnagli un quaderno su cui annotare le cose che gli vengono in mente in modo da analizzare con maggiore razionalità. Ma la vera soluzione al suo problema sta nell’insegnargli a cucinare il filetto di maiale in crosta da uno chef stellato. La preparazione e anche l’assaggio finale vengono ripresi malissimo, non si vede mai il piatto completo e neppure bene le azioni che chef e “allievo” compiono. In tutto questo caos la conduttrice centra pochissimo anzi.
Andrea Delogu prigioniera di un format che fa acqua da tutte le parti
La povera Andrea Delogu cerca di mettere qualche toppa a tutta questa confusione. Spesso (troppo spesso) chiede scusa al pubblico a casa per “trovate” o battute che gridano vendetta presenti nel copione. Cerca di vivacizzare momenti imbarazzanti, ma è una battaglia quasi impossibile. A volte, persino, richiama il regista perché si rende conto che ciò di cui si sta parlando non è neppure inquadrato. Che fatica che deve fare per portare a casa la puntata tutti i giorni. Ma ha pestato i piedi a qualcuno per essere stata rinchiusa in quest’incubo? Certo il fatto che tra Bella Ma’ e La Porta Magica il pubblico si dimezzi è tutto fuorché un mistero.