Benedetta Tv – Carlo Verdone: presente e futuro del cinema italiano
Serata piuttosto moscia quella di ieri in tv. Uno Sguardo dal Cielo, il film di RaiUno, totalizza il 14.2% poco più della fiction turca di Canale5 Tradimento, che ottiene il 13.9%. L’unico dato degno di nota è il 10.2% raggiunto da Report nella sua ultima puntata dell’anno. Il programma di Sigfrido Ranucci ha giovato certamente dell’assenza di Che Tempo Che Fa (in onda un “meglio di” con il 2.8% di ascolto). La puntata di ieri sera non ha avuto nulla di clamoroso: aziende farmaceutiche svizzere con sedi in paradisi fiscali, l’impero di Oscar Farinetti, l’eredità Agnelli e anche il lieto fine natalizio del padre cappuccino che è riuscito a recuperare un asilo in un quartiere difficile di Palermo. Niente che giustifichi questo exploit se non la pochezza della programmazione delle altre reti.
Oggi è anche il primo giorno della nuova tecnica del rilevamento dei dati d’ascolto, che oltre al “campione Auditel” (16.100 famiglie su tutto il territorio nazionale) calcolerà anche tutte le visioni in streaming da qualunque dispositivo, smartphone compresi. Per il momento però i dati di questa nuova modalità verranno diffusi solo nel pomeriggio. Bisognerà attendere il 10 febbraio per averli alle 10 del mattino come quelli tradizionali. Se in questi primi giorni ci dovessero essere variazioni importanti ve ne darò notizia.
Vita da Carlo 3: il ritorno del Verdone dei tempi migliori
Vista la povertà di argomenti oggi ci occupiamo di Vita da Carlo, la serie di Carlo Verdone visibile su Paramount+. Nella sua lunga carriera cinematografica Verdone ha dato il meglio di sé nei film ad episodi (oltre ai due di esordio ricordiamo Viaggi di Nozze e Grande Grosso e… Verdone) o in quelli corali come Compagni di Scuola. La sua verve narrativa si esprime al massimo quanto più riesce a intrecciare storie diverse, che si sostengono l’una all’altra con rimandi e analogie. Nei tempi dilatati tipici della serie televisiva questa caratteristica si esalta.
Nella terza stagione la trama principale è il tentativo (riuscito) da parte di Verdone di organizzare il Festival di Sanremo come direttore artistico. Le trame secondarie sono però il valore aggiunto di questa produzione. Il triangolo tra Verdone stesso, la sua ex moglie Sandra (una bravissima Monica Guerritore) e la pseudo fidanzata Sofia (Stefania Rocca) potrebbe essere il plot di un film a se stante. Così come potrebbe esserlo la tormentata storia d’amore tra Maddalena (Caterina De Angelis figlia nella vita reale di Margherita Buy), figlia di Carlo, e il suo compagno Chicco (Antonio Bannò). Persino la storia di ludopatia della donna di servizio di famiglia Annamaria (Maria Paiato) sarebbe un ottimo spunto per un film a sé. A dire il vero, in questa terza serie quella che è risultata un po’ sofferente, verso la fine, è stata proprio la trama principale. Il racconto dello svolgimento del Festival è stato un po’ “tirato via”, con una serie di spunti che avrebbero potuto essere sviluppati meglio (le polemiche per una dichiarazione fatta da Carlo durante la conferenza stampa, la storia d’amore tra Ema Stokholma e Maccio Capatonda). Forse sarebbe servita almeno una puntata in più
Vita da Carlo: recitare se stessi
Fin dal titolo è evidente che la fiction abbia un carattere autobiografico, e i caratteri principali della vita di Carlo Verdone sono rispettati, anche quelli privati. Verdone ha realmente due figli, una ex moglie, è fanatico collezionista di vinili ed espertissimo in farmacologia. Ma a parte il rispetto di questi caratteri strutturali tutto il resto è finzione. Anzi quanto più i personaggi, a partire da Carlo Verdone, sono diversi dalla loro vita reale tanto più risultano credibili. Lo si capisce dai tanti soggetti chiamati a interpretare se stessi in Vita da Carlo.
Prendiamo Ema Stokholma. La conduttrice è dipinta come una persona emotivamente fragile e, per giunta cleptomane (aspetto fondamentale per lo svolgersi del plot della serie) cosa molto distante dalla realtà. Allo stesso modo Maccio Capatonda per l’occasione vicino di casa di Carlo. Sembra un personaggio dei suoi film, totalmente squilibrato e bipolare. Quindi, dal punto di vista del racconto filmico perfettamente credibile ma distantissimo da quello che Maccio è nella vita vera. Quando poi i due si incontrano per la prima volta nella serie Ema non lo riconosce scambiandolo per Luca Zingaretti, cosa impossibile nella realtà ma perfettamente coerente con i personaggi che stanno interpretando. È questo gioco di continue entrate e uscite tra fiction e verità il segreto del successo di Vita da Carlo che prevede, purtroppo, un’ultima serie per il 2025. Sarebbe un peccato perdere così un modo così moderno di intendere il linguaggio cinematografico, capace di giudicare sorridendo il mondo di oggi e l’attualità come il cinema classico non riesce più a fare. Speriamo che Verdone ci ripensi.