Benedetta TV – Caterina Balivo e Luca Barbareschi scontro in diretta: l’ennesima “Volta Buona” per perdere il controllo
Martedì 11 novembre 2025. A La Volta Buona si parla di genitori, figli e responsabilità. Almeno sulla carta. Perché poi arriva Luca Barbareschi, e la carta prende fuoco.
Caterina Balivo, trucco perfetto e sorriso da protocollo, lo introduce come “padre di sei figli”. Una premessa che suona già come una trappola. E infatti, pochi secondi dopo, il confronto si trasforma in uno scontro. Barbareschi parte raccontando un episodio accaduto a Filicudi, tra malesseri giovanili e ambulanze, per poi sferrare la prima vera stoccata: “Ognuno è artefice della propria vita. Basta con le colpe alla mamma o al prete”.
La Balivo prova a ribattere, con la sua solita calma tutta facciata: “Noi figli non abbiamo chiesto di nascere”. Ma l’attore non la prende bene. “Str**zate!” urla in diretta nazionale. E lì, il salotto Rai esplode.
La padrona di casa, ma senza la casa
A quel punto, la regia sparisce, il ritmo salta, la scaletta implode. Balivo, che fino a quel momento sembrava voler gestire un dibattito, diventa parte del problema. Barbareschi alza i toni. Lei lo rincorre, interrompe, si infervora. Ma la partita è già persa.
Il confronto si trasforma in un botta e risposta caotico, un incrocio tra Porta a Porta e Uomini e Donne. La Balivo tenta di mantenere la rotta, ma più prova a domare Barbareschi, più finisce inghiottita dal dibattito. Si alzano i toni, si interrompono le frasi, si perdono i ruoli. Il talk show diventa psicodramma in diretta.
Barbareschi, nel frattempo, fa il Barbareschi: “Viva i genitori dittatori, viva i genitori egoisti”. Lancia accuse al sistema educativo, denuncia i genitori che difendono “bambini con l’iPhone in mano”, evoca maestri impotenti e cita perfino i ceffoni di un tempo. Una lezione vecchio stampo che suona come un monologo da palcoscenico, più che un intervento televisivo.
E Caterina? Alterna sguardi stupiti, respiri profondi e un sorriso tirato che non riesce a nascondere il disorientamento. Il suo salotto pomeridiano, di colpo, sembra la scena di un film che non controlla più.
E alla fine… il bacio
Poi arriva Serena Grandi. Per alleggerire? Forse. Ma invece accade l’impossibile: “Mi ero innamorato di te”, confessa Barbareschi davanti a mezza Italia. Lei ride, la Balivo finge stupore, e La volta buona diventa Uomini e Donne versione senior. La tv pubblica applaude, il pathos evapora, e tutti si dimenticano che stavano parlando di figli, educazione e futuro.
La lezione mancata
Il punto, come sempre, non è Barbareschi. Lui fa Barbareschi. Il punto è che Caterina Balivo si presenta ogni giorno come se fosse pronta a raccontare la vita vera. Poi la vita vera entra in studio — scomposta, contraddittoria, urlante — e lei si blocca. Scompare. Oppure sorride, come se bastasse.
Il problema non è il caos. Il problema è la reazione al caos. In quello studio bianco e luminoso, dove tutto dovrebbe essere “la volta buona”, la conduttrice sbaglia sempre il tempo. Quando servirebbe fermezza, si fa trascinare. Quando servirebbe empatia, cambia argomento. Quando servirebbe coraggio, ride.
Alla fine, La Volta Buona di Caterina Balivo resta fedele al suo titolo: ogni giorno è “la volta buona” per infilarsi in un pasticcio diverso. Stavolta non servivano cucurbitacee o gaffe di regia: bastava Luca Barbareschi per ricordarci che il vero spettacolo, nel pomeriggio Rai, è spesso la conduttrice stessa che cerca disperatamente di mettere ordine in un caos che le calza a pennello.