Benedetta Tv-C’è Posta Per Te vola con Bonolis e Albano. Peter Gomez è l’antiFagnani

Continua la marcia trionfale di C’è Posta Per Te che anche ieri sera raduna davanti al piccolo schermo quasi 5 milioni di persone e supera la soglia del 30% (31.8). Gli ospiti vip di ieri sera erano Paolo Bonolis e Al Bano. Entrambi hanno portato quell’ironia e leggerezza essenziali per equilibrare l’inevitabile clima di gravità che molte storie presentate nel programma portano con sé. La quarta puntata di Ora o Mai Più vinta da Loredana Errore non è andata oltre il 16.5%. Dall’ennesimo talent show canoro in cui i concorrenti sono meteore e pure i giudici/coach sono un po’ datati non ci si può aspettare di più.

Su RaiTre Peter Gomez indaga sul pubblico dei personaggi famosi
Sul passaggio de I Soliti Ignoti e di Amadeus dalla Rai al Nove, si è parlato moltissimo. Molto meno di chi, come Peter Gomez ha fatto il percorso inverso senza cambiare neppure il titolo al programma. La Confessione è infatti un format nato nel 2017 sul Nove che dall’anno scorso è passato a RaiTre. Va in onda nell’access prime time del sabato e consta di due interviste faccia a faccia con altrettanti ospiti illustri. Gomez scava nel passato dei personaggi che invita mettendoli a confronto con affermazioni, e fatti (supportati da immagini) significativi accaduti nelle loro vite. Al contrario di Francesca Fagnani che a Belve indaga sul privato dei suoi ospiti per fare emergere traumi o comunque atteggiamenti inconsci che ne determinano il comportamento, Gomez si occupa di fatti pubblici, svolte reali nella vita di chi intervista, eventi che hanno lasciato strascichi e dubbi mai chiariti. Ieri sera a la Confessione hanno partecipato Massimo Giletti e Monica Guerritore. Nel caso del giornalista torinese, l’essere stato messo di fronte ad alcuni fatti salienti della sua vita (il difficile rapporto con il padre, la sua riconoscenza nei confronti di Giovanni Minoli, alcune sue celebri e controverse interviste) hanno esplicitato l’evoluzione e la maturazione di Giletti sia come conduttore che come uomo.

La Confessione e Belve due modi opposti ma efficaci di rivelare la personalità degli intervistati
L’ultimo segmento de La Confessione, da cui il programma prende il titolo, prevede che l’ospite rimanga da solo in studio per effettuare appunto una “confessione”. Anche in questo caso non si tratta di rivelare un trauma infantile che abbia, in qualche modo, condizionato la vita del protagonista. Piuttosto di un messaggio, su qualcosa di irrisolto, da recapitare a qualcuno di preciso identificato dal conduttore. Si tratta di un compito quindi non una scelta personale. Gomez ha chiesto a Giletti di dire qualcosa a Urbano Cairo, responsabile della chiusura di Non È L’Arena. A Monica Guerritore di lasciare un messaggio alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Sono cose che a Belve non vedremo mai, eppure sono molto significative per capire l’identità del personaggio che abbiamo di fronte. Pubblico e Privato una scelta di campo precisa per, rispettivamente, Gomez e Fagnani. Sono anche i due aspetti in cui si dipana la vita di ciascuno di noi, entrambi fondamentali per comprendere davvero la personalità di qualcuno.

Elsbeth: un vecchio meccanismo che però funziona benissimo
Ieri sera ha debuttato su RaiDue una nuova serie targata CBS Elsbeth. È uno spin off della celebre e pluripremiata The Good Wife. Racconta del trasferimento da Chicago a New York dell’avvocata apparentemente confusionaria ma in realtà capacissima Elsbeth Tascioni per indagare (segretamente) sul capo della polizia della grande mela. Si tratta dell’ennesima versione di un provato meccanismo del crime. Il o la protagonista è un detective all’apparenza squinternato, ai limiti della personalità borderline ma geniale. Caratteristica che gli consente di risolvere i casi mentre chi la circonda rimane un po’ attonito continuando a chiedersi “ma ci è o ci fa?”. Il grande capostipite di questo genere di racconto è stato il Tenente Colombo, nato alla fine degli anni ’60. Ma ci sono moltissimi altri esempi da Detective Monk alla recente serie francese Morgane. Negli episodi l’identità dell’assassino è nota, al telespettatore, fin dalle prime scene, quasi sempre convinto di avere compiuto il “delitto perfetto”. Tutta la suspense del racconto è legata a come e attraverso quali dettagli, che a tutti sono sfuggiti, il detective riuscirà a smascherarlo. Elsbeth non fa eccezione. Ma è scritta molto bene. Carrie Preston l’attrice che interpreta la protagonista è molto brava e sempre credibile. Nella serie madre The Good Wife ha vinto un Emmy per quel ruolo. Le trame sono molto ben calate nella contemporaneità. Per gli amanti del genere un appuntamento da non perdere.