Benedetta Tv – M. Il figlio del Secolo, siamo sicuri di sapere come giudicare una fiction?

Benedetta Tv

Davvero scialba la scorsa serata televisiva. Vince RaiUno con Blackout2 – Le Verità Nascoste. La serie thriller ambientata in trentino ottiene il 17.8%, Su Canale5 la seconda puntata di Zorro – Amore e Vendetta cala e si ferma al 10.4%. Saranno contenti Giovanni Floris e Bianca Berlinguer che con i loro talk Dimartedì su La7 e È sempre Cartabianca su Rete4 totalizzano rispettivamente l’8.9% e il 5.9%. Enrico Brignano galleggia su RaiDue con il 5.1%. Il film di Italia1 Mechanic: Resurrection con Jessica Alba si porta a casa un buon 8.9%. Il resto sono briciole di ascolto che non riescono a raggiungere il 4%. C’è da scommettere che il recupero del campionato di Serie A Atalanta Juventus abbia raccolto molti telespettatori, ma per il momento, non è dato conoscere gli ascolti di DAZN e SkySport.

In una giornata così scarica ci è parso giusto occuparci della fiction di Sky più chiacchierata del momento che ci offre anche l’opportunità di chiarire un paio di punti importanti sul valore effettivo di un prodotto televisivo.

Non si può giudicare una fiction come un documentario

La serie M Il figlio del secolo in onda su Sky sta suscitando moltissime polemiche, da ogni parte. Curiosamente sia i fan più accesi del “ventennio” che gli oppositori più strenui del periodo fascista si stanno scagliando contro la fiction. In sintesi le varie accuse sono riassumibili nelle parole di Marco Travaglio direttore de il Fatto Quotidiano: «Quello non è Benito Mussolini ma la sua macchietta…».

Non è un atteggiamento isolato questa critica a fiction che vedono come protagonisti personaggi storici. È appena accaduto anche con Leopardi – Il Poeta dell’Infinito. Sergio Rubini, regista della serie dedicata al poeta recanatese, ha risposto difendendo il suo intento che non era quello di una fedeltà biografica ma «incuriosire i giovani e meno giovani su uomini che non siano solo preti o commissari, ma anche scrittori e intellettuali».

Il romanzo è stato stravolto

Io vorrei aggiungere che in entrambi i casi si tratta di fiction, ossia di testi immaginari non di documentari. Anche il romanzo di Antonio Scurati da cui è tratta (liberamente) la sceneggiatura di M è stato completamente stravolto. Consapevolmente! Gli attori principali parlano in “macchina” commentando le azioni che stanno compiendo come in House of Cards. Nel quarto episodio Luca Marinelli che interpreta Benito Mussolini in una di queste comunicazioni dirette con il pubblico dice «Makes Italia Great Again», che solo uno sprovveduto può pensare sia una frase veramente pronunciata da Mussolini.

Anzi vorrei dare una notizia a tutti quelli che si stanno inalberando sul rigore storico del racconto: M Il Figlio del Secolo non parla di Benito Mussolini. O al massimo ne parla quanto Il Grande Dittatore parlava di Hitler. Ma nessuno si è mai sognato di criticare il capolavoro di Charlie Chaplin per l’accuratezza storica della danza con il mappamondo, scena immortale della storia del cinema.

Quali sono i criteri per giudicare un’opera di fantasia

Dunque di che parla la fiction? Parla della violenza, del narcisismo, di come la sete di potere possa corrompere l’anima. Come lo fa? Innanzitutto con la strepitosa regia di Joe Wright che si serve di una fotografia molto potente, così distante e sfaccettata rispetto al piattume a cui siamo abituati nelle fiction italiane. Una colonna sonora originale di grande impatto. Un montaggio sapientemente serrato che non fa mai calare il ritmo della narrazione. Il gusto per l’inquadratura con il frequente uso di primissimi piani e angolazioni inconsuete. Non ultima una grande interpretazione da parte del cast. Luca Marinelli offre una prova attoriale di grande peso. Memorabile la scena in cui viene presa la decisione per la marcia su Roma. Mussolini fa sue le parole che gli ha appena rivolte Italo Balbo per criticarlo mentre l’aviatore lo guarda attonito. È la dinamica tipica che accade a chiunque abbia a che fare con un uomo di potere, che sia il capoufficio o l’amministratore delegato di una multinazionale.

Mussolini/Marinelli al termine del terzo episodio, sempre in macchina, recita: «Cosa importa se sono diventato l’uomo che odiavo da ragazzo, sono una bestia coerente, ho tradito tutti, tradisco anche me stesso». M Il Figlio del Secolo è un prodotto divisivo? Sì, infatti fa discutere. Le espressioni artistiche servono proprio a questo.