Benzina stupefacente, droga nascosta nel tappo del carburante

Nascondevano la droga dentro lo sportello della benzina. Proprio in prossimità del tappo del carburante. Ma la polizia li ha scoperti e sottoposti a fermo. Nei guai due fratelli, cittadini italiani, di 50 e 46 anni.

Nelle ultime ore gli agenti del commissariato Colombo, zona Garbatella a Roma sud, hanno fermato il veicolo a bordo del quale viaggiava un uomo di 50 anni. In seguito a controlli approfonditi effettuati sul mezzo, all’interno del vano benzina chiuso dallo sportello, gli agenti hanno trovato 8 involucri, contenenti cocaina pronta per essere spacciata. La droga era incastrata a dovere, senza il rischio che potesse scivolare lungo il tubo. O cadere per strada.

Condotto alla sua abitazione, dove risiedeva anche il fratello 46enne del conducente, è stato possibile trovare altri 100 grammi di “neve”. Farmaci anabolizzanti e materiale utile al confezionamento della droga.

Per il 50enne conducente del veicolo sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per il fratello è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

La cocaina è sempre la droga più usata. I dati nel report di San Patrignano

I dati sono stati diffusi prima della Giornata mondiale contro la droga del 26 giugno. In risalita rispetto l’anno precedente caratterizzato dal Covid, ma che rispetto l’utilizzo di sostanze confermano le tendenze degli anni passati. Fra chi è entrato in comunità, la cocaina resta la sostanza più utilizzata, pari al 94,8%, seguita dalla cannabis, 89%, mentre l’eroina si è attestata al 42,2%. Per tutte si è registrato un leggero calo rispetto l’anno passato quando erano al 96%, al 90,9% e al 46%.

Nonostante questo la preoccupazione maggiore è data dalla cocaina che resta al primo posto per dipendenza, pari al 78%, mentre l’eroina si ferma al 31,8%. Collegato a questo dato, la modalità di assunzione delle sostanze, che vede in continuo calo l’uso per via iniettiva, pari solo al 22%. E in costante calo rispetto al passato, considerato che nel 2015 l’utilizzo di sostanze per via iniettiva era ancora pari al 42%. “Nei nostri dati, fra i consumatori di cocaina, sono conteggiati anche gli utilizzatori di crack – spiega Antonio Boschini, responsabile terapeutico della comunità -. E’ molto diffuso infatti l’uso di cocaina sia inalata che fumata, ma le due dipendenze sono diverse e sembrano definire due gruppi di persone provenienti da contesti differenti”. Una vera piaga sociale, che ovviamente non risparmia neppure la Capitale.