Bioparco di Roma, il Campidoglio affida gli animali ai ‘burocrati’ del CDA: esautorato il Comitato Scientifico


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Roma, aula Giulio Cesare, la maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Gualtieri ha approvato la modifica dello Statuto della Fondazione Bioparco di Roma. Sul banco non c’era solo un ritocco formale: l’intervento sull’articolo 22, dedicato al Comitato Scientifico, ridefinisce chi ha davvero voce in capitolo sul destino degli animali. Una modifica che porta la firma politica dell’esecutivo Gualtieri e che si inserisce nel solco delle scelte ambientali della Giunta.

Il triangolo Gualtieri–Alfonsi–Celli

Formalmente, la proposta nasce in Giunta e arriva in Aula già confezionata. Sul fronte politico la regia è chiara: il sindaco Gualtieri, che guida Roma Capitale e gestisce al tempo stesso la complessa partita del debito del Bioparco; l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi, competente sul Bioparco e sulla sua funzione “verde” nella narrazione della città; la presidente dell’Assemblea Svetlana Celli, che calendarizza, apre e dirige la seduta in cui la modifica viene votata. Tre ruoli diversi ma intrecciati.

Dal filtro degli esperti al primato del CdA

Nella versione originaria dello Statuto il ‘Comitato Scientifico’ esprimeva nei confronti del CDA un parere vincolante sulle linee guida per allevamento, cura e custodia degli animali. Il Consiglio di amministrazione non poteva ignorarlo. Dopo il voto dell’aula Giulio Cesare, il parere diventa solo “motivato”: il CdA – composto da ‘burocrati‘ – può discostarsene, ignorarlo, addirittura calpestarlo, assumendone la responsabilità e avendo, almeno sul piano teorico, il potere di farlo. Significa che le valutazioni tecniche degli esperti – nominati comunque da Roma Capitale – arretrano a semplice supporto. Mentre avanza il potere discrezionale di un organo, il CdA, controllato politicamente dalla maggioranza guidata da Gualtieri. In altre parole, le decisioni sugli animali passano sempre più per un organo gestionale di nomina politica.

Alfonsi, l’ambiente e il messaggio “verde”

Il Bioparco è anche una vetrina ambientale. Per l’assessora Sabrina Alfonsi, che ha in mano agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti, la Fondazione è un tassello simbolico della narrazione di una Roma più sostenibile. Proprio per questo il ridimensionamento del Comitato Scientifico pone interrogativi. Se la tutela del benessere animale e della biodiversità è davvero prioritaria, perché togliere all’organo tecnico il potere di bloccare scelte discutibili? Il passaggio al parere non vincolante consente maggiore flessibilità politica nel presentare progetti, percorsi, eventi che fanno immagine, ma riduce il ruolo degli scienziati come “guard rail” quando interessi economici, comunicativi o di bilancio entrano in tensione con le esigenze degli animali.

Celli e l’Aula: come passa una modifica così delicata

La presidente Svetlana Celli ha avuto il compito di garantire il corretto funzionamento dell’Assemblea Capitolina. È lei a dichiarare aperta la seduta, a constatare il numero legale, a mettere ai voti la proposta di modifica statutaria e a proclamare l’esito: 25 favorevoli, 2 contrari. Tutto legittimo, tutto regolamentare. Ma la velocità con cui una scelta dal forte impatto di interesse pubblico viene liquidata in Aula, e resa leggibile solo settimane dopo via Albo Pretorio, dal 28 ottobre al 21 novembre, solleva un tema di trasparenza politica. L’organo che dovrebbe farsi carico del dibattito pubblico sulla funzione del Bioparco si limita, di fatto, a ratificare un impianto già deciso a monte dalla Giunta.

Bioparco privato, soldi pubblici e ruolo del sindaco

In parallelo, il sindaco Gualtieri guida un’amministrazione alle prese con vincoli di bilancio, commissariamenti e mutui per tenere in piedi servizi e infrastrutture. Il Bioparco, pur essendo fondazione di diritto privato, continua a vivere grazie ai contributi di Roma Capitale e a nuove linee di finanziamento per restyling e progetti di immagine.

In questo quadro, la scelta di “politicizzare” ulteriormente la catena decisionale sul destino degli animali – spostando peso dal Comitato Scientifico al CdA – lega ancora di più la gestione del Bioparco alle priorità del Campidoglio. Il risultato è che la responsabilità politica della maggioranza, e del suo vertice, si allarga anche alle conseguenze concrete sulle condizioni di vita degli animali ospitati.

Verso il 2027: vetrina di Giunta o presidio scientifico?

Mutui, nuovi progetti, aumento dei contributi, ritocchi statutari: il percorso che porta al 2027, fine mandato della Giunta Gualtieri, passa anche dal cancello del Bioparco. La scelta del 28 ottobre sull’articolo 22 rende più chiaro lo schema: il Consiglio di amministrazione, espressione del quadro politico attuale, diventa il perno delle decisioni su un bene pubblico gestito in forma privatistica e sostenuto con risorse dei romani. Il Comitato Scientifico resta, ma in seconda fila. Se il Bioparco sarà, nei prossimi anni, più vetrina elettorale o più presidio scientifico dipenderà dalle scelte che Sindaco, Assessora e Presidente dell’Aula continueranno a compiere su questo delicato equilibrio tra politica, denaro pubblico e tutela degli animali.