Bonaccini affonda: la classe dirigente del Pd? E’ ora che vada in panchina. E rifarei le Frattocchie…

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“Se divento segretario rimetto in piedi una scuola di politica, un luogo di formazione permanente necessario soprattutto per i più giovani e noi la rimetteremo in piedi”. Così Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Partito Democratico, ospite dell’appuntamento organizzato da “World In Conversation”, la rete delle donne democratiche del Pd Mondo. Bonaccini parla a 360 gradi e spiega come rimettere in piedi il partito, che continua a perdere punti grazie ale sortite dei suoi compagni contro il governo e in particolare contro Giorgia Meloni. Quella di una nuova Frattocchie può essere una buona idea, così alcuni capirebbero che fare l’opposizione non è criticare a tutti i costi.

Bonaccini affonda: chi ha avuto responsabilità ora vada in panchina

“Se dovessi essere eletto segretario, un minuto dopo chiederei a Elly, a Paola e a Gianni di darmi una mano. E se così non dovesse essere, darei loro una mano, se vogliono”. Così Stefano Bonaccini, riferendosi agli altri candidati: Schlein, De Micheli e Cuperlo. E affonda. “Il Pd deve avere un nuovo gruppo dirigente. Quando si viene da troppe non vittorie, da troppe sconfitte, senza voler male a nessuno, qualcuno che ha avuto ruoli di grande responsabilità può andare anche in panchina. Anche avendo avuto responsabilità massime, si può continuare a dare una mano anche senza più averle. Altrimenti viene da pensare che si è disponibili a dare una mano solo se si è in prima fila”.

Il nucleare? Va studiato, non dire di no a tutto

E poi rilancia l’idea – vincente – delle sub federazioni che aveva il Pci. “Bisognerà aprire tre sedi del Pd, non una: a Milano, Roma e Napoli. Perché non ci credano un partito romanocentrico”. E poi entra nel vivo delle questioni. “Perché paghiamo le bollette più alte del mondo? Perché per andare ad applaudire quelli che nelle piazze dicevano no a tutto, abbiamo impedito di fare investimenti in tecnologie e impianti che ci avrebbero consentito di affrontare una crisi energetica come quella che c’è stata. Questo tema del nuovo nucleare io credo che vada studiato”. “A Ravenna il rigassificatore è stato approvato in consiglio comunale da tutte le forze politiche all’unanimità, 5S compresi. Tutto il mondo sindacale e imprenditoriale mi chiede di farlo prima. Noi il rigassificatore non lo facciamo mica per l’Emila Romagna, lo facciamo per l’Italia”.

Bonaccini: il Pd è sparito dai luoghi di lavoro e di studio e non solo…

“Se divento segretario – aggiunge poi – una delle prime battaglie che faremo è fare una raccolta firma per una legge di iniziativa popolare per introdurre un salario che sia dignitoso. Ci vuole una battaglia ma fatta andando sui luoghi del lavoro. Perché il problema del Pd è che siamo spariti dai luoghi in cui la gente lavora, studia, fa impresa, si diverte e soffre. C’è chi non è più andato in una fabbrica o in una scuola. Noi abbiamo il dovere di ascoltare tutti e dare risposte. C’è qualcuno che pensa che stando in ufficio si può raccontare il mondo”. E abolire il finanziamento pubblico ai partiti “credo sia stato un errore, ma se si arrivò ad eliminarlo avendo 9 italiani su 10 che applaudivano fu perché non se ne fece uso adeguato. Tornare a discuterne perché andrebbe ripresa l’idea di rimettere un finanziamento pubblico alla politica”.

Favorevole al reddito di cittadinanza, ma non ha funzionato

“Chi è nella povertà è giusto che riceva un sussidio, chi vi parla è favorevole al reddito di cittadinanza. Il problema è che mentre ha funzionato la parte di erogazione, non ha funzionato quella che doveva servire a dare un lavoro a chi non ce l’ha e a ridarlo a chi lo ha perso. Se non si interviene con politiche attive del lavoro, politiche industriali e infrastrutturali rischiamo che il Paese non ce la faccia perché puoi dare finché vuoi a chi non ha niente. Ma se non riusciamo a crescere e garantire risorse rischiamo di non farcela”.

E le partite Iva non sono ricchi o evasori

“Il Pd deve essere un nuovo partito laburista, ma che sia il partito dei lavori, non del lavoro. Dobbiamo difendere i precari, i lavoro part time, certo, ma perché abbiamo regalato milioni partite Iva alla Meloni e alla destra? Perché la sinistra ha dato l’idea di considerare quel tipo di lavoro costituito da evasori e gente che sta bene. Io conosco tanti ragazzi e tante ragazze partite Iva che non arrivano a fine mese e si chiedono perché non vengono considerati tra chi non ce la fa. Per questo dobbiamo essere il partito dei lavori”.