Bonaccini diventa un’icona per Repubblica per il comizio sulla sedia. Il Msi lo faceva già 40 anni fa…

abbatangelo

Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, è stato santificato da Repubblica, giornale radical chic della sinistra. E sapete perché? Perché ha improvvisato un comizio su una sedia. L’incredibile – per gli altezzosi esponenti del Pd – è avvenuto nel piazzale antistante il Belvedere di San Leucio a Caserta. L’incontro si è dovuto svolgere all’aperto perché il numero di persone accorse, oltre 500, era di gran lunga superiore alla capienza della sala prevista. Niente paura: con spirito proletario e in spregio delle poltrone di velluto, il candidato alla segreteria del Partito democratico ha quindi deciso di restare all’aperto. “Salgo su una sedia per farmi sentire da tutti, come nei comizi degli anni ‘70”, ha esordito divertito Bonaccini all’inizio del suo intervento. Se non che lui è del 1967 e gli anni ’70 non li ha nemmeno visti…

Oggi il Pd si afferma ai Parioli e a Capalbio, altro che sedia

L’episodio – di per sé e probabilmente anche per Bonaccini – piuttosto banale, è diventato subito iconico. In un partito snob, abituato ai salotti di Capalbio, un partito che ormai è scomparso dalle periferie e si afferma ai Parioli, la sedia è subito diventata simbolo di vicinanza al popolo. Dopo decenni di caccia alle potrone, ai borghesi del Pd è sembrato ricevere un fremito dal passato. Su Repubblica, con grande sprezzo dei ridicolo, si legge testualmente: “Il Pd riparta da una sedia”. E ci fa sapere che si rivedono le “folle” agli appuntamenti di Bonaccini e Elly Schlein. “Si coltiva la speranza – scrive Repubblica – che qualcuno possa riaccendere l’opposizione a un governo di ultradestra incerto, rude e pasticcione”. E non importa che Calenda – peraltro mai salito su una sedia – abbia definito il Pd di oggi un “fritto misto populista”.

Il Msi non aveva i soldi dell’Unione Sovietica…

Ebbene, Bonaccini e il Pd sappiano che negli anni Settanta e Ottanta la sedia all’aperto, in piazza o sulla strada, erano una pratica comunissima per gli uomini e le donne del Movimento Sociale Italiano. Il Msi non aveva i soldi dell’Unione Sovietica per affittare palchi enormi o teatri, o carovane di pullman per trasportare gli iscritti alle oceaniche manifestazioni siondacali o di Berlinguer, Aveva solo la passione e l’abnegazione dei suoi militanti. Gli stessi parlamentari missini, poveri in canna, viaggiavano da un capo all’altro della Penisola dormendo negli scompartimenti di seconda o terza classe. Da Almirante a De Marsanich, il quale aveva un cappotto rifoderato più volte. Il vero partito popolare italiano è sempre stato il Msi, e lo comproviamo con la foto del parlamentare Massimo Abbatangelo che tiene un comizio nei vicoli a Napoli su una scrivania.,.