Bruciate le auto di due poliziotte in servizio al carcere romano di Rebibbia. Solidarietà di FdI

rebibbia carcere

Le auto private di due appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Roma Rebibbia sono state bruciate a seguito di un lancio di molotov. Le auto distrutte dalle fiamme appiccate nella notte da ignoti. A dare la notizia è il sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che esprime solidarietà alle due colleghe e auspica che si faccia luce sull’episodio. “Quel che è avvenuto stanotte nel parcheggio delle auto private del personale in servizio nella Casa Circondariale femminile di Rebibbia merita di essere approfondito con estrema attenzione”.

Atto di intimidazione verso le poliziotte penitenziarie di Rebibbia

Lo sottolinea il segretario generale del Sappe Donato Capece -. “Va chiarito se, come sembra, si è trattato di una vera e propria intimidazione ai danni di due poliziotte penitenziarie del carcere romano da persone non identificate, che hanno incendiato le auto nella notte. Auspico che le indagini facciano piena luce su questo grave e inquietante episodio”. Capece che stigmatizza come, “dopo le gravi vicende di Santa Maria Capua Vetere, sono state molte le prese di posizione inneggianti all’odio verso il Corpo di polizia penitenziaria ed i suoi singoli appartenenti.

Prese di posizione che vengono da parte dell’area extraparlamentare ed antagonista in tutta Italia. La Polizia penitenziaria è e rimane un Corpo di Polizia dello Stato sano e fondamentale a garantire l’ordine democratico e la sicurezza dei cittadini”, conclude Capece.

Da destra solidarietà, mentre la sinistra tace

Da destra solidarietà, mentre la sinistra tace. “Solidarietà e vicinanza alle poliziotte da parte del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati. Si faccia presto luce su questo grave episodio che sempre più appare come l’ennesimo tentativo di intimidazione nei confronti del Corpo della Polizia Penitenziaria”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

Rampelli: vicinanza alla polizia penitenziaria

“La mia vicinanza alle due agenti della Polizia penitenziaria del carcere femminile di Rebibbia. Un fatto preoccupante che segue al recente episodio, nello stesso istituto di pena, e che ha visto esplodere cinque colpi di arma da fuoco contro il muro di cinta del carcere”. Lo dichiara Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi. “Ora un altro atto intimidatorio contro le Forze dell’Ordine che quotidianamente svolgono il loro dovere senza dotazioni adeguate e risorse umane appropriate. Il ministro dell’Interno Lamorgese prenda posizione e intervenga per garantire le dovute tutele e prevedere anche un servizio di vigilanza esterno al carcere”. .

Cirielli: il ministro Cartabia tuteli la polizia penitenziaria

“Quello che è avvenuto, la scorsa notte, nel parcheggio antistante il carcere femminile di Rebibbia, a Roma, è davvero inquietante. La mia solidarietà alle due agenti della Polizia Penitenziaria”. Lo dichiara il questore della Camera e coordinatore della direzione nazionale di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli. “Siamo di fronte ad un evidente tentativo di intimidazione al Corpo della Polizia Penitenziaria, su cui auspico si faccia chiarezza in tempi rapidi – continua – .

Alla luce di questo ennesimo episodio di violenza, però, chiedo al ministro della giustizia Marta Cartabia come intende tutelare i poliziotti penitenziari da questo clima d’odio. Clima creato, nelle ultime settimane, da una campagna politica e mediatica di delegittimazione davvero vergognosa. Il segnale sembra chiaro, dalle parole si sta passando ai fatti.

Serve un intervento diretto del governo contro il clima di odio

E’ urgente, quindi, un intervento diretto del governo prevedendo, ad esempio, servizi di vigilanza all’esterno delle carceri più esposte ed adeguati servizi di protezione in favore degli operatori penitenziari più a rischio – conclude -. Ci aspettiamo un segnale forte dal premier Draghi e dal ministro Cartabia: lo Stato deve salvaguardare in tutti i modi chi indossa una divisa e garantisce la legalità e la sicurezza all’interno nelle carceri”.