Bus, la Raggi chiama i privati. Ma a pagare siamo sempre noi

Arriva il soccorso degli operatori privati per mettere in strada fino a 1000 bus in più al servizio del trasporto pubblico della Capitale. Questo l’annuncio ufficiale dell’Atac e del Campidoglio, che cantano vittoria. Sono quaranta le società che hanno partecipato al bando, hanno fatto sapere da Palazzo senatorio. I nuovi mezzi appena disponibili saranno messi in servizio sulle linee più periferiche, mentre Atac penserà a quelle a maggior reddito. Una risposta per potenziare l’offerta, anche in previsione di una possibile riapertura delle scuole. Questa la posizione ufficiale della amministrazione Raggi, ma rimangono molti dubbi. A partire dalla domanda fatidica, se i privati  ci guadagnano perché il servizio pubblico ci rimette? E che fine ha fatto quel 40 per cento della flotta che tra incendi, guasti e riparazioni infinite non esce dalle rimesse? Mistero. Resta la buona notizia per i tanti gestori dei pullman tristemente vuoti per l’assenza di turisti. Che potranno almeno in parte ricominciare a lavorare. Lo aveva chiesto anche Fratelli d’Italia, in una delle tante proposte presentate in Parlamento. Giusto, ma prima una buona amministrazione ha il dovere di far funzionare al meglio quello che ha. Altrimenti i soldi pubblici rischiano di venir gettati dalla finestra. Con i risultati che sono sotto agli occhi di tutti.

Mille bus in più in città. Ma su costi e tempi è mistero

Dovrebbero essere un migliaio i bus in più a Roma. Garantiti dalle ditte che hanno partecipato al bando del Campidoglio. Tra questi, 165 saranno veri e propri pullman gran turismo. Già sperimentati in affiancamento alle metropolitane fino al 31 luglio. Le famose linee S, che sono state un fallimento. E che hanno girato tristemente vuote. Costo, quasi due milioni e mezzo di euro. Non li abbiamo pagati, aveva dichiarato all’epoca l’assessore alla mobilità Pietro Calabrese. Perché il consorzio prescelto (Roma Tpl) doveva una somma quasi equivalente all’amministrazione. Quei conti però non li ha visti nessuno. E adesso si replica. Solo che oltre ai pullman gli aggiudicatari del servizio dovranno fornire anche 835 bus da dodici metri. Ma la domanda sorge spontanea. Dove li prenderanno? Sarà Atac a fornire i mezzi, come avvenuto all’epoca con Roma Tpl? O dovranno prenderli in leasing da qualcuno? In ogni caso, i tempi e i costi dell’operazione sono tutti da vedere.

Attivazione del servizio secondo le necessità

C’è un ultimo punto che lascia perplessi. Perché secondo quanto fa sapere il Comune, l’attivazione dei nuovi servizi di trasporto pubblico avverrà ‘secondo necessità’. Quindi i privati agirebbero come una sorta di ‘pronto intervento’, andando a tamponare situazioni di crisi. Oltre a gestire in esclusiva alcune linee periferiche. Che si aggiungono a quel 18 per cento già esercitato dal consorzio Roma Tpl. Un bello spezzatino insomma, e ci aspettiamo che qualcuno chieda lumi sui costi. E sulla efficacia di un servizio pubblico concepito in questo modo. Con i filobus del Laurentino fermi a Tor Pagnotta e una flotta vecchia e malandata, forse questi soldi Atac e il Campidoglio li avrebbero potuti spendere diversamente. Ma poco importa. Tanto è sempre il cittadino a pagare.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_novembre_28/trasporto-pubblico-roma-40-operatori-privati-superano-bando-atac-strada-1000-mezzi-piu-f3786d6e-3176-11eb-a0a5-b463942ad8f1.shtml