Calenda all’attacco del Pd e di Gualtieri: “Se Roma sta così è anche colpa loro”

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“Tra me e Gualtieri, il candidato di centrosinistra, ci sono due differenze sostanziali: intanto io sono mesi che lavoro passo passo andando in giro per i quartieri, facendo proposte su tutti i municipi, sui rifiuti, sui trasporti, è stato un lavoro corale e molto profondo, inoltre Gualtieri si porta dietro una classe dirigente che è quella del Pd locale che è parte delle ragioni del declino di Roma”. Lo ha detto il leader di Azione e candidato sindaco a Roma, Carlo Calenda, ospite a “Non stop news” su Rtl 102.5.

Calenda si smarca anche da Renzi

“Sono 15 anni che Roma cresce meno del Paese, – ha proseguito Calenda – e credo sia un caso unico di un Paese dove la capitale cresce meno del Paese e un pezzo di quella responsabilità ce l’ha anche la classe dirigente del Pd che ha non mai voluto fare delle cose necessarie”.

Sull’appoggio di Iv e di Matteo Renzi, Calenda ha affermato: “Come potrei essere il candidato sindaco di Matteo Renzi. Sono la persona che ha litigato di più con Renzi negli ultimi anni, poi se lui dice che mi voterà anche se non vota a Roma, sono contento come se lo dicesse chiunque, io e lui abbiamo strade molto separate da molto tempo, sono stato estremamente critico sul suo appoggio al governo Conte, su molti dei comportamenti che ha tenuto, non ci parlo credo da 4 mesi”.

“Draghi presidente della Repubblica? No, ha un mandato da terminare”

Calenda ha anche affrontato questioni di politica nazionale nel corso dell’intervista radiofonica.  “Draghi dovrebbe finire il mandato. Abbiamo scritto un Recovery Plan, ma oggi la vera sfida è chiudere riforme fondamentali dalla giustizia al fisco, altrimenti rischia di essere un’esperienza monca e poi ricominciamo con gli stessi scappati di casa che dicono le stesse cose e non ce lo possiamo permettere, perché sta tornando l’inflazione e quello che succederà è che la Banca Centrale Europea fermerà tutti i programmi di supporto e di acquisto che ci hanno protetto le spalle e rischiamo di essere messi molto male”. Questo il suo parere sull’ipotesi di una candidatura di Mario Draghi alla successione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.