Tra Calenda e Sardine si odiano e si promettono pedate

Pedate

Non è male lo spettacolo a sinistra con quelle voglie di pedate nelle chiappe.

Un insolito botta e risposta ha avuto come tristi protagonisti  Carlo Calenda e Mattia Santori sulla candidatura del leader delle Sardine con il Pd alle Comunali di Bologna.

Si promettono pedate

Tutto parte da un tweet del leader di Azione che punzecchia anche il segretario del Partito Democratico. “Per carità Enrico Letta sono fatti vostri e non miei, ma candidare un ragazzotto senza arte né parte, che vuole darvi la sveglia e sorvegliare la vostra purezza ideologica ti sembra una buona idea? Opterei per pedata nelle chiappe (metaforica)”, scrive Calenda.

Lo scontro Calenda Santori

Non si è fatta attendere la risposta di Santori: “Io mi sto candidando da indipendente volendo dare un contributo alla mia città come consigliere comunale. Che dire di un signorotto con arte e soprattutto con parte, che ha avuto una pedata (non metaforica) per arrivare dov’è arrivato?”, ribatte su Facebook il leader delle Sardine. “Un signorotto -aggiunge- che dopo esser stato bocciato alle elezioni del febbraio 2013, viene nominato qualche mese dopo addirittura viceministro? Un signorotto che si è fatto eleggere, da iscritto, nelle liste del Pd per poi creare il suo partitino personale, dovrebbe esimersi dal dispensare consigli non richiesti”. “Nel mentre -conclude la ‘sardina’ – confido nelle pedate (metaforiche) dei romani…”.

Non c’è che dire. Sprizzano simpatia da tutti i pori. Il fatto di volersi prendere a pedate, metaforiche o no, è assolutamente indicativo del loro tratto illiberale. In prosa più diretta sono calci nel didietro, una forma delle peggiori per trattare il nemico che si disprezza.

Ecco, a sinistra si disprezzano e si minacciano tra di loro e ciò fa capire perché è bene non affidare mai ad essi un qualunque condominio da governare. Sono capaci di asfaltare chiunque non si assoggetti alle loro volontà. Per carità, stiano ben lontani dal popolo.