Calendario Polizia Penitenziaria 2026 allo Stadio Olimpico: conterrà le foto del King dei paparazzi Rino Barillari
Roma, è stato presentato allo Stadio Olimpico di Roma il Calendario 2026 del Corpo di polizia penitenziaria. Un evento costruito come un ponte tra istituzioni, comunicazione e sport, ma con un messaggio chiaro: la sicurezza del Paese non si regge solo su ciò che si vede, ma anche su ciò che si regge “in silenzio” dietro i cancelli.
Il Governo in prima linea: Nordio e Delmastro, segnale di centralità
Sul palco sono intervenuti il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Sottosegretario con delega alla Polizia Penitenziaria Andrea Delmastro Delle Vedove, insieme alle autorità competenti. La loro presenza, nello scenario altamente simbolico dell’Olimpico, vale come una dichiarazione: la Polizia Penitenziaria non è un tema di nicchia, ma un tassello strutturale della macchina dello Stato.
Bruno Vespa e la narrazione pubblica: quando la cronaca diventa “discorsiva”
A moderare i dibattiti è stato Bruno Vespa, che ha dato alla mattinata una regia mediaticamente efficace: far dialogare livelli diversi—politico, istituzionale, simbolico—senza perdere il pubblico generalista. Non è un dettaglio: significa portare un pezzo di Paese “invisibile” dentro una narrazione accessibile, comprensibile, quasi popolare.
L’obiettivo di Barillari: la divisa diventa protagonista
Il calendario nasce dagli scatti del Maestro Rino Barillari, storico “King dei Paparazzi”. La scelta non è solo estetica: è un’operazione culturale. Se l’uomo che ha fotografato il potere e la celebrità mette al centro la Polizia Penitenziaria, allora la divisa non è più sfondo: diventa notizia, volto, racconto.
Schiuma: la voce del Lazio che dà spessore politico all’evento
A rappresentare la Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio è stato Fabio Sabbatani Schiuma, candidato consigliere al Comune di Roma. E qui la giornata ha trovato il suo baricentro più “politico” e, al tempo stesso, più concreto. Con un intervento misurato ma denso, Schiuma ha messo in fila concetti che raramente entrano nella stessa frase nel dibattito pubblico: sicurezza nazionale, condizioni di lavoro, dignità delle persone detenute e responsabilità dello Stato.
E così, in una presentazione che poteva fermarsi alle fotografie e ai ringraziamenti, Schiuma ha inserito la domanda vera, quella che resta oltre gli applausi: siamo disposti a sostenere davvero chi tiene in equilibrio sicurezza e diritti, oppure ci accontentiamo di celebrarlo una volta l’anno?

Le medaglie come megafono: Battocletti e Aouani
Tra gli ospiti anche atleti medagliati come Nadia Battocletti e Iliass Aouani. La loro presenza ha funzionato da moltiplicatore emotivo: disciplina, fatica, resistenza. Tutti ingredienti che, fuori dallo sport, descrivono bene anche il lavoro di chi opera negli istituti penitenziari. È un modo intelligente di dire al pubblico: se ammiriamo la tenacia sul campo, dovremmo riconoscerla anche dove non ci sono applausi.
