Camera mortuaria di Tivoli: nessun rispetto per la salute dei vivi

Camera mortuaria

Oggi è stata una giornata oltre che triste, anche di grande indignazione.
Triste per l’improvvisa morte di un caro amico, cui sono andato a rendere l’ultimo saluto nella camera mortuaria dell’Ospedale di Tivoli. Li’ era stato ricoverato d’urgenza, senza che l’abilità dei medici riuscisse a salvargli la vita.

Indignato perché entro nella camera mortuaria con la mascherina, convinto della sua importanza, dato che si tratta un luogo ad alto rischio di I.O., ovvero quelle infezioni ospedaliere che hanno provocato le centinaia di morti nelle R.S.A., in particolare della Lombardia.

La salute pubblica dov’è?

All’ingresso di qualsiasi bar o altro esercizio aperto al pubblico vi sono il disinfettante, spesso mascherine a disposizone dell’utenza. E cartelli sulle modalità per preservare la salute.
Lì nulla, nemmeno un addetto, assolutamente nulla.

Chiunque sarebbe potuto entrare senza una mascherina, ma il dolore del lutto non ha fatto dimenticare a familiari ed amici il rispetto della salute pubblica, solo alla dirigenza della struttura ospedaliera e dell’ASL RM5.

La colonnina del disinfettante, obbligatoria, è assente, come lo sono nel bagno il sapone per lavarsi le mani e la carta per asciugarsele. Manca persino la carta igienica, lì ove qualsiasi esperto in medicina dovrebbe sapere che il dolore per la perdita di un familiare o un amico può facilmente provocare effetti disastrosi per le viscere.

Però sul muro c’è un cartello della ASLRM5 che ricorda che costituisce reato <<offendere o aggredire verbalmente o fisicamente gli operatori di questa struttura>>, illogico per il luogo ove è affisso, a testimonianza che questo pubblico grido di dolore e di protesta è stato preceduto da reazioni ben più accese da parte di sconcertati amici e familiari di deceduti.

Indecente quella camera mortuaria

Mi aspetto che il Procuratore della Repubblica di Tivoli, il Direttore Generale dell’ASL RM5, Giorgio Santonocito, pomposamente presentato nel Novembre 2019 dall’assessore Alessio D’Amato a Palazzo Cianti a Tivoli, ed il Presidente della Regione Lazio e segretario del PD, Nicola Zingaretti, aprano una immediata inchiesta sulla mancanza di tutela della salute pubblica e, quindi, del rischio di diffusione di Infezioni Ospedaliere nella camera mortuaria di Tivoli e mi chiedo sconsolato come mai ciò non sia avvenuto.
Forse si aspetta il morto?

La domanda è macabra per il luogo in cui me la pongo. Ma le grandi tragedie che mi vedono socialmente impegnato quale difensore insegnano che prima si viola la legge e poi si invoca il caso fortuito o l’imponderabile forza della natura per nascondere le proprie responsabilità.

Tutti vedono che il Re è nudo, ma rimangono lì ad acclamare il suo sfarzoso vestito. Alla faccia del diritto civile alla giustizia ed alla tutela della salute, specie in una struttura sanitaria pubblica.
E, allora, resta la protesta popolare.  E, quindi, in attesa dell’intervento di giudici e pubblica amministrazione, invito tutti i cittadini ad unirsi a me nel grido. VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA!