Campidoglio, a sinistra lo scontro sarà tra Calenda e Cirinnà

Sinistra Campidoglio

A sinistra sarà partita a due per il Campidoglio. E Nicola Zingaretti dovrà decidere che cosa fare delle primarie; che cosa fare del rapporto con i Cinque stelle; e se fidarsi più di un transfuga come Carlo Calenda oppure di una irregolare ma legata indissolubilmente alla sinistra come Monica Cirinnà.

Per tanti anni le primarie hanno rappresentato una specie di totem del Pd. Nulla si poteva decidere al di fuori di esse: e anche per questo Ignazio Marino umiliò David Sassoli e Paolo Gentiloni quando si decise la partita del ritorno della sinistra in Campidoglio.

Sinistra divisa per il Campidoglio

Si fanno le primarie pure per la segreteria del partito. E’ vero che da un po’ di tempo a questa parte si sta perdendo l’abitudine a svolgerle per le istituzioni territoriali, ma si può permettere Zingaretti di rinunciarci per il Comune di Roma?

Il Pd può essere “aiutato” solo dal Covid nella decisione di non svolgerle. Gli assembramenti ai gazebo non potranno essere consentiti se il virus continuerà a colpire.

C’è poi la partita con i Cinque stelle. Se si alleano con il Pd dal primo turno, può accadere solo su un candidato gradito a entrambi. Non può essere Virginia Raggi. Non può essere Carlo Calenda, che li vorrebbe rasi al suolo. E chiunque dei due dovesse andare al ballottaggio contro il centrodestra, farebbe scappare gli elettori di chi è rimasto indietro al primo turno.

Partita aperta tra Calenda e la Cirinnà

Poi, il tema dell’affidabilità della candidatura espressione del maggiore partito della sinistra. Proprio Calenda, apparentemente forte, è quello che rischia di più nella competizione, soprattutto nel probabile caso di ballottaggio. Sottovaluta troppo l’assenza di un partito solido alle spalle, rischia di fare la fine della Bonino delle regionali del 2010.

Tra tutti gli aspiranti, qualche possibilità di giocarsela – anche se dovrebbe attenuare la portata ideologica delle sue posizioni – potrebbe averla la Cirinnà. E qui non si comprende che cosa pretenda Zingaretti. Sicuramente Goffredo Bettini non può che parlare bene della parlamentare, ma il governatore del Lazio resta sempre indeciso a tutto.

Per questo, probabilmente occorrerà attendere ancora parecchie settimane affinché la sinistra trovi una soluzione al proprio rebus interno. Ma è in buona compagnia, perché anche il centrodestra è alle prese con i sondaggi. Intanto, la Raggi continua a cercare consensi (e anche a perderne).

A Roma la luce deve ancora venire.