Campidoglio senza candidato. A destra. Ma Giorgia Meloni proprio no?

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni? Fabio Rampelli? O chi altro? Il candidato del Centrodestra per Roma ancora non c’è, il che per alcuni non significa neppure molto. In fondo si vota ad ottobre, c’è tempo.

E poi, aggiungono gli esperti, facciamo bruciare gli altri.

Che dicono i sondaggi

I sondaggi dicono che Virginia Raggi vola nonostante tutto? E fateli parlare, liquidano così l’argomento.

Non vedete – ghignano gli intelligentoni – che si stanno ammazzando tra Roberto Gualtieri e Carlo Calenda? Vero, e se poi spunta Nicola Zingaretti, chi ci candidate a chiedergli come mai uno che si fa turlupinare dagli imbroglioni in regione tra mascherine e rifiuti voglia farlo pure in Campidoglio?

A quanto pare ci siamo fatti scappare Guido Bertolaso. Ed è ovvio che poi i veti si replicano contro qualunque altra carta del mezzo, anche nei confronti di altre persone perbene.

Vorrei dire la mia sul candidato sindaco di Centrodestra a Roma. È evidente che tocca a Fdi la proposta. Ed è altrettanto evidente che in una campagna elettorale caratterizzata dall’impossibilità di assembramenti, si debba puntare sulla popolarità. Dunque, avanti Fabio Rampelli o avanti Giorgia Meloni. 

Ci sono momenti in cui non ci si può tirare indietro, se si ama la propria città.

Giorgia Meloni, Fabio Rampelli…

Gli incarichi nazionali, a partire da chi è giovane (è il caso di Giorgia Meloni) possono attendere cinque anni. Prima viene Roma, con la sua maestosità. Dovrebbe essere l’onore più grande governarla e dimostrare che non si ha paura di farlo.

Se la leader di Fratelli d’Italia proprio non vuole sentirci da questo orecchio, metta a disposizione della città e della coalizione di Centrodestra una risorsa sempreverde come Rampelli. Ha esperienza e capacità amministrativa.

E i numeri sfornati da qualunque sondaggista dovranno fare i conti con la realtà delle urne. Roma ha bisogno della qualità e non più dei ripieghi offerti da una sinistra che deve solo piazzare qualche suo uomo in rotta. E a maggior ragione se invece dovessero schierare dall’altra parte qualche personaggio in grado di farcela.

Abbiamo la grande occasione: nessuno ha il diritto di sciuparla per ragioni di bottega partitica (o perché si illude che perdendo ora Roma si vinca domani alla regione Lazio).