Campo rom di via Candoni, sicurezza ancora appesa a un filo: Attesa infinita per il consiglio straordinario

A distanza di oltre due anni dalla richiesta, datata gennaio 2023, il consiglio straordinario sul campo rom di via Candoni non è ancora stato convocato. Intanto, la situazione attorno al deposito Atac della Magliana resta critica: incendi, atti vandalici e aggressioni agli autisti continuano a minare sicurezza e operatività di una delle principali infrastrutture del trasporto pubblico romano.
Il campo rom di via Candoni, sorto decenni fa accanto al deposito, rappresenta da tempo una ferita aperta per la Capitale. Non solo per le tensioni sociali mai risolte, ma soprattutto per le ricadute dirette sull’efficienza e sulla sicurezza di un servizio essenziale come quello del trasporto pubblico. Gli episodi, raccontano i lavoratori, sono ormai quotidiani: lanci di pietre contro i bus, danneggiamenti ai mezzi e incursioni nei parcheggi.

Il racconto degli autisti
“Capita di uscire dal turno e ritrovarsi le gomme del bus squarciate o i vetri rotti. E non è raro essere colpiti da pietre mentre si rientra al deposito”, racconta un autista, chiedendo di restare anonimo. Episodi che si ripetono da anni e che hanno spinto più volte i sindacati a denunciare la mancanza di sicurezza.
L’episodio simbolo del 2018
“Come dimenticare il caso-caos del 2018, quando la chiave della cabina elettrica che alimentava il deposito Atac era nelle mani della signora di un camper? Il foglio con l’indicazione era affisso nel box della porta carraia” – ricorda Marco Palma, vicepresidente del Consiglio del XI Municipio di Roma Capitale. Un paradosso che sintetizza anni di convivenza difficile e di mancanza di controllo.
All’interno dell’area parcheggio, denunciano i sindacati, si assiste a veri e propri saccheggi: bus depredati di pezzi meccanici o semplicemente abbandonati in attesa di riparazioni che tardano ad arrivare. Una situazione che mina la regolarità del servizio e che esaspera ulteriormente i rapporti con gli autisti, spesso vittime di aggressioni e intimidazioni.
Roghi, minori e mancata scolarizzazione
Un nodo irrisolto è quello dei roghi tossici che, soprattutto d’estate, avvolgono l’area in una nube di fumi nocivi, con conseguenze per residenti e lavoratori. A rendere la vicenda ancora più delicata è il ruolo dei minori: “Da decenni – sottolinea Palma – gli autisti sono oggetto di lanci di pietre, spesso da parte di ragazzi che invece di andare a scuola finiscono per alimentare un circolo vizioso di degrado e impunità”.
La mancata scolarizzazione, che da oltre vent’anni pesa come un macigno sulla gestione del campo, è secondo molti il vero fallimento delle politiche cittadine. “Un fallimento – ribadisce Palma – che a Roma Capitale costa caro, perché la dispersione scolastica è anche la radice di tensioni sociali che si ripercuotono sulla vita della città”.
L’urgenza di una viabilità alternativa
Accanto alla questione sicurezza, resta aperto anche il tema infrastrutturale: l’ingresso e l’uscita del deposito Atac avvengono su una strada che non garantisce adeguata protezione né agli operatori né ai mezzi. La proposta di collegare l’area direttamente alla Portuense, creando una via di accesso più sicura e funzionale, è ferma da anni.
L’attesa del consiglio straordinario
Intanto, la richiesta di consiglio straordinario presentata a gennaio 2023 dal Municipio XI è ancora inevasa. Un’attesa che, secondo chi lavora ogni giorno al deposito, equivale a un pericoloso vuoto istituzionale. Senza una presa di posizione chiara e un piano di interventi, il rischio è che il campo rom di via Candoni resti l’ennesimo caso irrisolto della Capitale: una vicenda sospesa tra degrado, insicurezza e assenza di risposte concrete.












