Troppi candidati sindaco. Multare quelli che non arrivano al 3%

Candidati sindaco

Ma se 22 candidati a sindaco non servono a mobilitare Roma, perché questo supplizio?

Quando ieri sono andato a votare per le comunali capitoline, un po’ di incredulità mi è rimasta addosso.

A che servono 22 candidati a sindaco?

Aprire la scheda per sindaco e consiglieri comunali era da brivido: un lenzuolo enorme, pieno di nomi, simboli, righe, che faceva passare ogni fantasia se non quella di sbrigarsi e scappare. Bastava raffrontarla con quella del Municipio locale, molto più piccola e dignitosa per la scelta elettorale.

Poi, vedi l’affluenza, almeno quella delle 23, al 36,8%, e ti chiedi a che diamine servano tutte quelle candidature se non ad un’inutile esibizione personale. 22 candidati a sindaco sono uno spettacolo orribile, non servono a niente. Se non a seminare ridicola confusione. Oltre che a non mobilitare affatto gli elettori.

Il candidato sindaco che non raggiunge il quorum del 3 per cento dovrebbero multarlo. Ci fa perdere tempo.

Posso capire le liste. Tanti candidati portano acqua alla coalizione. Ma se poi la somma finale dell’”alleanza” non raggiunge il 3 per cento sul nome del sindaco vuol dire che si è gabbato l’elettorato. E questo non fa bene alla democrazia.

Perché non rende la consapevolezza del voto. E ci sarà pure un meccanismo che possa aiutare i cittadini a selezionare le scelte che devono compiere.

Oggi pomeriggio gli scrutatori dovranno dare una somma ai voti che abbiamo espresso. Ve lo immaginate come potranno lavorare sui segni espressi su ognuna delle schede per il Comune di Roma? Al posto di quella al tesoro ci sarà la caccia al voto disgiunto, sempre che gli elettori abbiano avuto la pazienza di cercare il nome desiderato rispetto alla propria coalizione.

Gli scrutini saranno a rilento per le schede enormi

Probabilmente ci vorranno più ore del previsto per il conteggio finale e la trasmissione dei verbali al seggio centrale.

Tutto questo per la vanagloria di personaggi in cerca di visibilità.

Il maggioritario dovrebbe unire e semplificare, non moltiplicare.

È un’indecenza la moltitudine di candidati a Roma come altrove.