Caos ANIF: tra elezioni annullate, bilanci non approvati e candidati esclusi, esplode lo scontro di potere nei centri sportivi

Dopo le recenti elezioni CONI, che come sempre hanno generato discussioni e qualche polemica sulla reale possibilità di un ricambio nel mondo dello sport, si accendono i riflettori su una vicenda che sta dividendo anche ANIF – Eurowellness, l’associazione nata nel 1996 con l’idea di rappresentare, tutelare e supportare tutti i titolari dei centri sportivi in Italia, ma che, dopo 30 anni, conta poco più di un centinaio di associati.
Le polemiche
Da oltre vent’anni, ANIF – Eurowellness si presenta come la casa dei gestori di palestre e centri sportivi, ma qualche voce di corridoio suggerisce che il tasso di rinnovo al vertice sia più basso di un cronometro fermo. Più di qualche associato mormora che il Direttivo, con una presidenza consolidata da due decenni, abbia adottato un regolamento elettorale che avrebbe escluso alcuni candidati “sgraditi” e che l’approvazione dei bilanci sia slittata per anni. Potrebbe trattarsi solo di un’impressione, ma in un mondo che parla di competizione e trasparenza, sarebbe un peccato se le porte interne restassero chiuse.

Regole e votazioni tra un rinvio e l’altro
Fondata nel 1996 per tutelare gli oltre 100mila operatori sportivi del Paese, ANIF – Eurowellness conta oggi circa un centinaio di soci. Si vocifera che alcuni centri preferiscano stare fuori, perché non si sentirebbero “rappresentati” dai vertici. Negli ultimi anni, diverse candidature avrebbero subito modifiche al regolamento, mai ufficialmente ratificato dall’assemblea, e un’elezione sarebbe stata annullata all’ultimo minuto, lasciando molti soci con il viaggio programmato e la delusione in tasca.
Regole e votazioni tra un rinvio e l’altro
Fondata nel 1996 per tutelare gli oltre 100mila operatori sportivi del Paese, ANIF – Eurowellness conta oggi circa un centinaio di soci. Si vocifera che alcuni centri preferiscano stare fuori, perché non si sentirebbero “rappresentati” dai vertici. Negli ultimi anni, diverse candidature avrebbero subito modifiche al regolamento, mai ufficialmente ratificato dall’assemblea, e un’elezione sarebbe stata annullata all’ultimo minuto, lasciando molti soci con il viaggio programmato e la delusione in tasca.
Bilanci urgentemente… da approvare
Da tempo, la voce principale è quella dei bilanci mai approvati: per i cinque anni passati, sembrerebbe che l’assemblea non li abbia ratificati. Solo di recente, con un’assemblea convocata in fretta e furia, sarebbero stati messi ai voti insieme. Avanzano qualche dubbio quei soci che si chiedono perché un ente parte di Confindustria‑Federvarie non abbia un Collegio dei Probiviri o un organismo super partes a cui appellarsi.
Il cerchio ristretto dei “soliti noti”
Al centro di queste dinamiche, restano i nomi storici: Giampaolo Duregon e Pietro Tornaboni, figure di riferimento nel panorama romano. E adesso c’è chi sostiene che dietro lo slogan della “promozione dello sport” si giochino equilibri di potere difficili da scardinare. Chi prova a portare idee nuove, raccontano fonti interne, viene invitato a “rientrare” prima ancora di scendere in campo.
L’appello per un nuovo slancio
Pare però che adesso nel settore ci sia voglia di cambiamento: palestre e centri vogliono innovare, fare impresa in un mercato sempre più competitivo. “ Si parla tanto di sport e meritocrazia, ma nei fatti le porte restano chiuse a chi non è allineato al piccolo cerchio dei soliti noti. La sana competizione, che dovrebbe essere l’essenza di un’associazione sportiva, qui non parte nemmeno: si viene fermati prima ancora di scendere in campo. Serve aria fresca”, assicura un addetto ai lavori. Se ANIF rimarrà immobile, potrebbe perdere non solo soci ma autorevolezza, lasciando spazio a nuove sigle pronte a puntare su trasparenza e ricambio.