Caos rifiuti, adesso arriva anche il sequestro di Rocca Cencia. E Roma collassa

Non sembra esserci fine al caos rifiuti che sta travolgendo Roma e la Regione Lazio. Perché adesso è arrivato anche il sequestro dell’impianto di Rocca Cencia. L’unico pubblico ancora in finzione, dopo l’incendio di un anno fa al TMB Salario. La notizia la riporta il quotidiano Il Tempo. E ora trattare e smaltire la monnezza di Roma diventerà se possibile ancora più difficile. Con pochissimi impianti capaci di trattare i rifiuti urbani. Di essiccarli e stabilizzarli come vuole la legge. E con tutti i nodi relativi alle nuove discariche ancora aperti. Infatti a Rocca Cencia sarebbe stata messa sotto sequestro proprio quella parte dello stabilimento che si occupa della stabilizzazione della spazzatura. Il motivo è scritto chiaramente nelle pagine con cui il perito nominato dalla Procura ha allertato il Pubblico Ministero. Per la scarsa qualità dei rifiuti prodotti dalla struttura, che sarebbero stati al di sotto degli standard minimi previsti dalla legge. In poche parole l’impianto avrebbe lavorato male. Quindi i consulenti hanno inviato la loro relazione ai PM Carlo Villani e Luigia Spinelli che a quel punto hanno disposto il sequestro. E per tutta questa vicenda starebbero indagati manager vecchi e nuovi di AMA. Per quella che sembra essere sempre di più una tegola enorme sul sistema dei rifiuti della Capitale.

Da Malagrotta due a Rocca Cencia passando per il TMB al Salario e Castro dei Volsci. Tutte le tappe della Caporetto dei rifiuti di Raggi e Zingaretti

Il sequestro di parte dell’impianto per il trattamento dei rifiuti di Rocca Cencia è solo l’ultima delle disavventure che la Regione Lazio e il comune di Roma devono mettere  in fila sulla accolta e lo smaltimento della monnezza. Perché sembra proprio che la sfortuna si stia accanendo su tutta la filiera dei rifiuti. Oppure in maniera più verosimile in questi anni sono mancati programmazione e scelte strategiche coraggiose. E i nodi alla fine stanno venendo tutti al pettine. A cominciare dall’incendio all’impianto AMA del nuovo Salario, sul quale la Magistratura sta ancora indagando. Ma intanto la Raggi dichiarò che in quel luogo sarebbe sorto qualcos’altro. E che tutta l’area sarebbe stata riqualificata. Benissimo, ma la spazzatura prodotta dai Romani intanto dove va? In parte sicuramente a Frosinone, alla Mad di Valter Lozza. Ma anche qui ci sono problemi. Perché alla fine la giustizia amministrativa ha bocciato l’ampliamento della discarica disposto dalla Regione. E quindi siamo di nuovo al punto di partenza. Stesso discorso per Malagrotta due. Sito scelto dalla Regione di Zingaretti e avallato dalla Raggi. Almeno all’inizio, perché adesso gli uffici comunali sembrano aver cambiato idea. E comunque il Consiglio di Stato due settimane fa ha disposto lo stop di tutti i lavori. Rimandando la palla al Tar per la decisione di merito.
Esplodono le ecoballe di Zingaretti e Raggi. Sui rifiuti si spacca il Consiglio regionale

Non ci sono più impianti pubblici per trattare l’immondizia. E ora l’emergenza è alle porte 

Con Rocca Cencia sequestrata, adesso ci troviamo in una situazione incredibile. E cioè senza un impianto pubblico capace di trattare rifiuti della Capitale. Ma allora Ama che ci sta a fare? Mentre anche tra i privati sembra che esistano figli e figliastri. Perché alcuni hanno avuto una discarica dove conferire i rifiuti, e altri no. Così anche se potrebbero tranquillamente trattare i rifiuti di Roma, di fatto gli viene impedito. Un caos totale quindi. Nel quale Roma rischia di collassare nei suoi stessi rifiuti. Con rischi sanitari facilmente immaginabili. In piena pandemia da coronavirus e con il termometro oltre i 40 gradi. O di spedirli in altre Regioni e all’estero, con costi altissimi per tutti i cittadini. Che vergogna,
https://www.iltempo.it/roma-capitale/2020/07/13/news/rifiuti-roma-tmb-rocca-cencia-sequestro-caos-rifiuti-ama-vorginia-raggi-23761427/