Capodanno 2026, Roma ‘blindata’ per concertone e chiusura della Porta Santa: tutte le info su viabilità e traffico

FOTO: Diocesi di Roma

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Roma entra nella notte più delicata dell’anno con un dato pratico: muoversi sarà complicato, soprattutto in Centro. Mercoledì 31 dicembre 2025 le metro allungano il servizio fino alle 2:30, mentre molti bus e tram si fermano alle 21 (con alcune linee che restano attive fino alle 2:30). Dalle 2:30 alle 8 entrano in azione le linee notturne, pensate per ricalcare i percorsi delle metro. In parallelo scatta anche la ZTL “no stop”: Centro e Tridente attive dalla mattina del 31 e per tutto il 1° gennaio, con orari prolungati rispetto ai giorni normali.

Circo Massimo: le strade chiuse attorno al “concertone”

Il punto più caldo sarà il Circo Massimo, che la sera di San Silvestro diventa un’enorme arena pubblica. Qui le chiusure partono presto e durano più di una notte: via dei Cerchi viene chiusa al traffico (salvo autorizzati) già dalla mattina del 31 fino ai giorni successivi, e si aggiungono blocchi progressivi nelle ore serali sulle strade attorno all’area evento. Tra le vie interessate, in diverse fasce orarie, ci sono via del Circo Massimo, piazzale Ugo La Malfa, via della Greca, Bocca della Verità e i collegamenti che portano verso il Centro storico.

Come arrivare e tornare: le linee che “salvano” la notte

Il consiglio più concreto è uno: lasciare l’auto lontano e puntare su metro e bus potenziati. Nella notte di Capodanno sono previste linee bus speciali che restano operative fino alle 2:30, per garantire un minimo di collegamenti tra Centro e quartieri. Poi, dalla 2:30 alle 8, subentrano i mezzi notturni che ripercorrono le direttrici principali e “coprono” l’assenza del servizio metro. In pratica: se rientri tardi, devi ragionare come in una notte del weekend, ma con molta più gente e più caos.

Deviazioni bus e regole “anti-caos”: cosa sapere prima di uscire

Attorno al Circo Massimo non sarà solo una questione di traffico privato: anche il trasporto pubblico subirà deviazioni. Alcune linee storiche che attraversano l’area verranno spostate su percorsi alternativi già dal mattino del 31 e in parte anche nei giorni successivi, per permettere montaggio e smontaggio delle strutture e gestire la folla. Tradotto per chi deve lavorare o rientrare: tempi più lunghi, fermate cambiate e tratte “spezzate”. Chi si muove in bus deve controllare prima, perché la sorpresa arriva quando è troppo tardi.

Concertone: ingressi controllati e divieti pratici

La festa resta festa, ma con paletti chiari. L’area del Circo Massimo sarà transennata e si entrerà da varchi con controlli: non è solo per la sicurezza “alta”, ma anche per evitare schiacciamenti e panico nella folla. Previsto anche il classico giro di vite sui rischi da notte di Capodanno: stop a vetro e contenitori potenzialmente pericolosi nell’area dell’evento. Il messaggio è semplice: chi arriva carico di roba rallenta tutti e aumenta i problemi. E nella notte in cui Roma è piena, basta poco per creare un incidente.

6 gennaio 2026: San Pietro e chiusura della Porta Santa, nuova stretta sulla mobilità

Non finisce con il brindisi. Martedì 6 gennaio 2026 a San Pietro è in programma la chiusura della Porta Santa, l’atto finale del Giubileo, con una grande partecipazione attesa. Per la città significa un’altra giornata di pressione enorme: flussi su via della Conciliazione, accessi contingentati, controlli e possibili limitazioni attorno all’area Vaticano. Per chi deve attraversare Roma quel giorno, la regola è la stessa del 31: evitare l’auto, muoversi con anticipo e mettere in conto rallentamenti e deviazioni.

Roma “blindata”: il prezzo politico della Capitale-evento

Questa settimana racconta una verità che spesso si finge di non vedere: Roma vuole essere capitale mondiale degli eventi, ma poi deve pagare il conto in viabilità, servizi e controlli. Lo Stato alza la guardia, il Comune prova a reggere l’impatto, il Vaticano richiama folle: e in mezzo restano cittadini e lavoratori, che si trovano una città più difficile da attraversare. È una scelta politica e culturale: più turismo e immagine, ma anche più regole, più chiusure e una Capitale “sotto sorveglianza” proprio quando la gente vorrebbe solo festeggiare.