Carceri, al Regina Coeli lancio di pezzi di sanitari contro la polizia. Lite furibonda a Palermo

“Giornate di ordinaria follia penitenziaria nelle carceri laziali. Sabato, un detenuto arabo, già noto per le sue intemperanze e condannato per omicidio, ha aggredito prima l’Ispettore coordinatore della VII Sezione con una testata sul naso e poi un Agente colpendolo ad un braccio”. E’ quanto denuncia Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, riferendosi al carcere di Regina Coeli. “I colleghi sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso – aggiunge il sindacalista -.
Agenti aggrediti con pezzi di sanitari dei bagni
Anche sabato si era verificata un’altra aggressione, sempre nel medesimo Reparto detentivo. Un Assistente Capo è stato colpito al volto da un pezzo di ceramica, staccato da uno dei sanitari del bagno e scagliato con forza verso di lui da un altro detenuto. Lavorare in questo contesto è diventato sempre più estenuante e il personale di Polizia Penitenziaria è in seria difficoltà soprattutto per la carenza di organico. Senza la professionalità e l’alto senso del dovere profuso da tutto il personale di Polizia Penitenziaria – continua Somma – questi gravi eventi avrebbero di certo prodotto conseguenze molto più destabilizzanti”.

La polizia penitenziaria riesce con fatica a sedare una furibonda rissa
Momenti di tensione ieri sera anche all’Istituto penale per minorenni di Palermo. Una lite, scoppiata nel refettorio, sarebbe poi degenerata coinvolgendo più detenuti. A denunciarlo è Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe. “Avrebbe potuto avere peggiori conseguenza se non fosse stata gestita con grande coraggio e professionalità dal personale di Polizia penitenziaria in servizio. Tra loro qualche contuso per la concitazione dei drammatici momenti”. Un detenuto è rimasto ferito alla testa. Secondo quanto ricostruito dal Sappe un altro minorenne avrebbe tentato di aizzare i maggiorenni presenti nella struttura. “Hanno persino tentato di togliere le chiavi agli agenti e sfondato la porta di ingresso nel cortile dell’aria, alimentando tensioni e ulteriori criticità – dice ancora Capece -.
Al sud mandati i detenuti stranieri del nord
Per fortuna tempestivamente intervenuti i poliziotti che hanno contenuto le violenze e poi anche gli educatori per giungere quindi alla, almeno apparente, normalità”. Per il segretario generale del Sappe “solo l’intervento compatto e professionale del personale di Polizia penitenziaria in servizio è riuscito a riportare la situazione alla calma e a ripristinare la sicurezza dell’istituto”. “Va fatta un’attenta analisi di quanto sta accadendo nel Distretto minorile siculo, dove si vedono le carceri minorili – Palermo, Caltanissetta, Catania, Acireale – alle prese con continui disordini, derivanti dell’assegnazione presso gli istituti di tutta quell’utenza straniera proveniente dal nord Italia – dicono dal Sappe -.
Il lavoro di guardia carceraria come una trincea
È ormai evidente che tra l’utenza straniera proveniente dal nord e l’utenza siciliana non vi è possibilità di civile convivenza dal momento in cui questo tipo di dinamiche si presentano ormai con una frequenza altissima. E spesso chi deve farsi carico di tutte le problematiche e i rischi che ne conseguono è il personale di Polizia penitenziaria che, purtroppo, vive da mesi il proprio luogo di lavoro come una trincea”.