A Calenda piace discutere con i suoi simpatici insulti

È un simpaticone Carlo Calenda, anche se macchia i suoi tweet di troppi insulti. Perché non può pensare di essere il campione del mondo e dispensare lezioni di politica a tutti.
C’è chi il proprio impegno nell’amministrazione lo ha dimostrato sul campo. Finite le balle spaziali sul debito sanitario – come può confermargli anche Nicola Zingaretti financo con un ordine del giorno del 2013 – potrei raccontargli molte cose di me.

Da Calenda solo insulti
Ma non serve, perché non sono candidato come ho scelto di fare tre anni fa quando ho salutato la regione Lazio da consigliere in carica. Mi piace da matti scrivere e lo faccio.
E sul Tempo mi sono azzardato a pubblicare una nota uscita anche su 7colli sul cavalier servente Calenda che ormai fa da supporto a Roberto Gualtieri contro Enrico Michetti.
Lui, Calenda, l’ha presa male. Ma fa il politico e non il giornalista. Anziché rispondere con l’ironia che gli appartiene, mette in mezzo pure Carminati – che davvero non c’entra un fico secco – per sostenere che da questa parte abbiamo sostituito i Cinquestelle quanto a castronerie spaziali. Non sono complimenti, caro Calenda, ma simpatici insulti che certo non ci spaventano.
Ci sta che un candidato se la prenda con chi scrive di lui le cose che lui non vorrebbe mai veder scritte. Ma è sbagliato parlare di castronerie.
Ossessionato da Michetti
È un fatto che ormai Calenda sia colpito da un’ossessione verso Michetti, al punto di montare video contro il candidato del centrodestra per screditarlo.
Non comprendendo che è proprio questo l’errore, suo e dello stesso Gualtieri. Colpire in quella maniera un candidato civico è un segnale di grande debolezza della politica. Cosa volete dire? Che Michetti non è esperto delle trappole di campagna elettorale? Sicuro che non sia una medaglia?
La sensazione di un accordo già fatto con Gualtieri la da’ proprio Calenda, che pare rassegnato a non farcela ad arrivare al ballottaggio. Ma se attacca più il candidato del centrodestra che chi fino a ieri non lo sopportava proprio, è lui che si deve chiarire.