Calenda attento, se ti dici grazie da solo i social ti massacrano

Calenda si dice grazie da solo. A forza di  stare su Twitter a sparare un giorno una proposta il giorno dopo quella opposta, gli capita una rovesciata nella propria porta.

Un tweet spiega bene la confusione che c’è nella testa del povero leader di Azione. Voleva fare il sindaco di Roma, non va bene neppure come social media manager di se stesso.

Calenda si dice grazie da solo

Qualcuno lo ha convinto che su Twitter si prendono voti. Può essere, ma anche randellate pazzesche.

Se rispondi “Grazie Carlo” a un Tweet di Carlo Calenda con l’account di Carlo Calenda possono succedere due cose: o arriva la neuro o sei messo irrimediabilmente sotto da un nugolo di twittaroli che ti distruggono in pochi nanosecondi.

Così lo piomba un commento: “Pensate se dovesse diventà sindaco de Roma. Farebbe finta di avere una ventina di assessori che lo venerano… 20 assessori=20 account diversi… “.

E vi risparmiamo il resto.

Ecco Calenda, non devi essere bravo per forza sui social. Perché si rischiano figuracce e chi aspira a fare il sindaco di Roma dando lezioni a tutti ogni giorno è ovvio che si becchi gli sfottò.

Manifestare sui vaccini….

Ma la sensazione che prende leggendo i suoi tweet – quelli che non sbaglia –  è che Calenda viva meravigliosamente il gusto della provocazione. Come l’invenzione della manifestazione pro vaccini che vorrebbe fare in piazza a Roma. Una cosa davvero insensata. Con un Paese che viaggia attorno all’80 per cento della campagna promossa dal generale Figliuolo non si capisce a che serva una roba del genere.

Serve solo a farsi propaganda elettorale con la pandemia. Il che la dice lunga sul personaggio. È cinismo bello e buono. Che non convincerà nessun altro a vaccinarsi, ma creerà solo tensioni tra chi ha detto sì al siero e gli irriducibili del no. Hai voglia a dirti grazie, caro Calenda.

E’ ansia da prestazione. È politichetta, piccina piccina, che non fa onore a chi vuole governare la città più bella del mondo.