Povero Calenda, pesce in barile su Walter Ricciardi e il Covid

Tutta da ridere dai, Carlo Calenda che non può parlare male di qualcuno e anzi lo deve pure difendere come con Walter Ricciardi. A malincuore, ma gli tocca.
Succede che in questi giorni che Ricciardi, consulente di Speranza – e su questo ruolo Calenda ha ragione – ne stia sparando una dopo l’altra sul Covid. I cui contagi sono in crescita, è vero, ma con cure spesso rapidissime, specie in terapia antivirale.

Calenda sotto botta per Ricciardi
Ebbene, nel campo di gioco preferito da Calenda, twitter, si moltiplicano gli attacchi a Ricciardi, che è membro della direzione del partito Azione. Di cui Calenda è leader.
“Credo di aver spiegato un miliardo di volte che Ricciardi parla come consulente del ministro”. E aggiunge, con riferimento al suo partito, “noi non facciamo né avalliamo previsioni sul Covid”.
E così, dal culto della personalità al suo sdoppiamento. Il che rappresenta una caduta ingenua che da Calenda nessuno si aspetterebbe.
La raccolta del consenso mal si concilia con previsioni catastrofiste rivolte ad un popolo che è uscito da due anni di restrizioni e il capo di Azione lo sa. Ma non può smentire il suo uomo sanità e cerca di barcamenarsi come uno dei tanti suoi colleghi che critica da mattina a sera.
Abituato a ficcare le dita negli occhi
Glielo rinfacciano, e lui ribatte senza rendersi conto di quanto ogni parola faccia danno a se stesso: “Amen. Non facciamo politica così. Le affermazioni di Ricciardi sul Covid non riguardano Azione. Punto”.
Si deve essere innervosito assai, Carletto, ma non si può lamentare. Chi è abituato a mettere le dita negli occhi di tutti quelli che gli capitano a tiro, ogni tanto può succedere di ricevere pan per focaccia.
Ricciardi sta col suo partito per la sanità. E il Covid “è” sanità. Se non può difenderne le posizioni, ha il dovere di metterlo alla porta. Sennò è solo ipocrisia.