Carlo Cracco apre a Roma: il primo ristorante dello chef arriva nel cuore della Capitale
Ora non ci sono più dubbi. Carlo Cracco apre il suo primo ristorante a Roma e sceglie di farlo nel cuore più istituzionale e simbolico della città. Niente annunci roboanti né operazioni di facciata: questa volta lo chef entra davvero nella Capitale, con un progetto pensato per durare e per dialogare con il tessuto urbano.
È una notizia che pesa, perché Roma non è una piazza facile e perché Cracco, fino ad oggi, aveva sempre tenuto la città ai margini dei suoi progetti principali. Ora la scelta è fatta, ed è tutt’altro che casuale.
Il primo ristorante romano di Carlo Cracco prende forma in centro
Il ristorante si chiamerà Viride e sorgerà all’interno del nuovo Corinthia Rome, affacciato su Piazza del Parlamento, nel rione Campo Marzio. L’apertura è prevista per febbraio 2026, insieme all’inaugurazione dell’intera struttura alberghiera.
Non si tratta di un semplice locale “firmato”. Carlo Cracco avrà un ruolo centrale nella definizione di tutta l’offerta gastronomica dell’hotel, occupandosi non solo del ristorante principale ma anche degli altri spazi dedicati alla ristorazione. Un progetto ampio, che punta a intercettare sia gli ospiti dell’hotel sia il pubblico romano.
Viride, una cucina pensata per Roma
Viride nasce da un’idea chiara: stagionalità, materia prima e identità italiana, senza snaturare il contesto in cui si inserisce. Il nome richiama il verde, la natura, un approccio pulito e contemporaneo alla cucina. Non una replica di Milano, né una sfida diretta alla tradizione romana, ma un lavoro di equilibrio.
Nel menu troveranno spazio elementi riconoscibili dello stile Cracco, accanto a piatti costruiti pensando a Roma e al suo pubblico. Una cucina che promette rigore, tecnica e leggibilità, senza cercare l’effetto spettacolare a tutti i costi.
Accanto a Viride nasceranno anche altri spazi: Piazzetta, con una proposta più informale legata alla cucina romana, e Ocra Bar, pensato per cocktail e aperitivi. Tre livelli diversi, un’unica direzione.
Non è un’operazione semplice, né priva di rischi. Ma proprio per questo è significativa. Roma osserva, il pubblico aspetta e il centro storico si prepara ad accogliere una nuova sfida gastronomica.