Carlo Verdone compie 70 anni: arrivano anche gli auguri di Mattarella

carlo verdone

Carlo Verdone, 70 anni oggi, è l’archetipo perfetto dell’attore innovativo, capace di reinventarsi ogni giorno. Perche’ se oggi si celebra il grande attore lo si deve anche a film come “Borotalco”, “Acqua e sapone”, “Al lupo al lupo”, “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”, in cui piu’ che alla commedia all’italiana strizza l’occhio al cinema americano.

Personaggi come quelli di “Un sacco bello” o “Bianco, RossoVerdone” fanno parte del suo background, ma sono “Figli di quei tempi” dice a Rai News. “Adesso sono piu’ attento ai temi e alle espressioni del tempo che stiamo vivendo. Oggi non potrei rifare le maschere di una volta, sarebbe complicato rifarlo.

Rischierei di scendere nel ridicolo mettendomi delle parrucche in testa”. Oggi e’ il caso “di raccontare con ironia la realta’ che viviamo, anche se e’ molto faticoso perche’ la realta’ di oggi e’ molto complicata”.

Gli auguri del presidente Mattarella

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina a Carlo Verdone per fargli gli auguri per il 70mo compleanno. Nel corso della telefonata, il Capo dello Stato lo ha ringraziato per quanto ha donato in quasi cinquant’anni di carriera all’arte cinematografica e agli italiani. 

Carlo Verdone e l’esordio all’Alberichino

Il destino artistico di Verdone sembra già segnato dalla nascita. Figlio di Mario, tra i piu’ grandi critici e storici del cinema, cresce in un’ambiente in cui si respira fortemente la settima arte. Di fronte casa sua, nel centro di Roma tra via dei Pettinari e via delle Zoccolette, vive un certo Alberto Sordi, che lui da piccolo avverte gia’ come un mito. Negli anni successivi raccontera’ dei sassi che lancera’ contro la finestra dell’attore e della sorella che furente lo sgrida dal balcone. E’ il primo contatto con quel gigante che in molti hanno tentato di accostargli. Da sempre infatti Verdone viene considerato l’erede artistico di Albertone, per via di quella capacita’ di raccontare i personaggi anche piu’ differenti, di trasportare sul grande schermo vizi e virtu’ di un popolo. Negli anni i due hanno lavorato assieme, come in “Troppo forte” (dove pero’ la prova di Sordi appare sgraziatamente esuberante), e in “Viaggio con papa’”, dal connubio piu’ armonioso.

Maturita’ classica al Liceo Tasso, laurea in Lettere alla Sapienza, si accosta al cinema con sperimentazioni quasi di avanguardia, armato di una cinepresa Bolex Paillard vendutagli da Isabella Rossellini. Ma la sua grande dote e’ stata quella di imitare e rappresentare personaggi; dal salotto di casa finira’ sul palco di un teatro sperimentale, l’Alberichino, dove mettera’ in scena il suo primo spettacolo “Tali e quali”.

La svolta con Sergio Leone

A scoprirne il talento fu il critico Franco Cordelli che su Paese sera scrisse una divertita ed entusiasta recensione. Enzo Trapani attirato da quella nomea crescente lo volle in “No stop”, il programma Rai che lancera’ i piu’ grandi comici di quella generazione. Quei personaggi fecero appassionare Sergio Leone che intui’ il potenziale dell’attore, capendo che quel successo in tv avrebbe avuto un seguito anche nelle sale. Nacque con Leone il Verdone attore e regista. Il primo fu un “Sacco bello”, film cult per eccellenza, poi arrivo’ “Bianco, rosso e Verdone“. Dopo le due pellicole, che furono un successo, Verdone fu davanti ad un bivio: proseguire sulla strada della comicita’, puntare sul refrain dei personaggi con il rischio di stancare e diventarne ostaggio, oppure dare una svolta? Opto’ per la seconda soluzione, complice la sponda di Mario Cecchi Gori azzardo’, si gioco’ la carta della comicita’ matura priva di macchiette.

Carlo Verdone, dalle macchiette alle prove d’autore

“Borotalco” e’ il film che ha dato una sterzata alla sua carriera; poi arriveranno “Acqua e sapone”, “Io e mia sorella”, “Compagni di scuola”, film corale che va annoverato tra le prove piu’ difficili e ben riuscite di Verdone, considerato “Il grande freddo” italiano. Ed ancora titoli come “Stasera a casa di Alice”, “Al lupo al lupo”, “Perdiamoci di vista”. Verdone in queste pellicole continua a fare ridere, ma stavolta tinge le storie con una leggera pennellata di malinconia. Non nasconde le fragilita’, e’ del racconto l’eroe anti-eroe, un po’ romantico ma decisamente goffo, non si vergogna delle debolezze, gioca con le proprie paure, i tic, le frustrazioni tipiche dell’uomo. Di alcuni tipi non ne estremizza mai i sentimenti, non li carica all’eccesso di valori, non li polarizza, portando sul grande schermo le insicurezze ma sempre con pudore.

Una partecipazione da Oscar ne La grande bellezza

In altri ne sottolinea i difetti, esalta certe mitomanie tipiche dei megalomani. Ma comunque li assolve. E fa ridere, sempre. Non manchera’ di invasioni nel campo della comicita’ pura, non disdegnera’ le sue maschere che rispolverera’ con successo rendendole sempre attuali come in “Viaggi di nozze” o in “Grande, grosso e Verdone“. La sua carriera puo’ fregiarsi anche di un premio, il piu’ importante di tutti, l’Oscar. Grazie a quella partecipazione ne “La grande bellezza” di Sorrentino (premiato come miglior film straniero), dove dara’ una eccellente prova di interprete. 

Un ipocondriaco di successo

 Della sua passione per la scienza medica e di una buona conoscenza della letteratura farmaceutica (e’ cosi’ sapiente da fornire consigli agli amici alle prese con piccoli disturbi), ha pure connotato alcuni film come “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”, sublime opera dedicata alle ansie dei tempi moderni. Nonostante un 2020 sciagurato, Carlo Verdone puo’ essere considerato un uomo fortunato, forse baciato dalla buona sorte grazie a quel secondo nome- talismano che e’ Gregorio (a Roma si dice “Un gran Gregorio” per significare una grande fortuna), che gli e’ stato messo appunto per evitare che la data della sua nascita, venerdi’ 17, potesse segnarlo per sempre.